Cronaca / Morbegno e bassa valle
Venerdì 20 Novembre 2015
Accuse e veleni sul Pian di Spagna. È scontro totale
Il presidente Spreafico al contrattacco dopo la richiesta di commissariare l’ente di gestione. «Ho operato con correttezza e rigore, tante falsità».
Commissariamento al Pian di Spagna? Sessantacinque cittadini e aziende la chiedono. Ma il presidente Gian Luigi Spreafico non ci sta, si difende e attacca.
Risale a due settimane fa la presentazione alla Corte dei conti, agli enti locali e ad alcune associazioni di categoria di una lettera di accuse firmata da oltre sessanta fra cittadini e rappresentanti di aziende agricole. Lavoratori e proprietari di terreni hanno parlato di «totale inerzia dell’Ente riserva nel farsi carico di compiti di gestione e tutela del territorio». La soluzione, sempre secondo le persone che hanno inviato la richiesta, è una sola: il commissariamento della Riserva, affiancato da un accertamento sulle spese effettuate e sulle entrate dal 2012 a oggi.
Ora Gian Luigi Spreafico, presidente della Riserva naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzola, replica e contrattacca senza alcun timore. Assistito dallo studio legale Speziale di Morbegno, ha espresso in una missiva – indirizzata agli enti locali che partecipano alla gestione dell’area, a Coldiretti, Corpo forestale e Procura della Repubblica di Como – la volontà di dimostrare «la correttezza e il rigore dell’operato svolto» durante la propria presidenza.
Sottolinea, inoltre, che la precedente gestione «sarebbe invece stata più opaca» e ricorda una condanna in primo grado di alcuni precedenti gestori «per presunto danno ambientale, con tanto di pagamento di un’ingente somma». Di fronte a una parte delle osservazioni, Spreafico parla di «evanescenti polemiche, connotate forse da motivi politici o dei risentimenti personali di qualcuno, prive di alcuna valenza per poter giungere ad un commissariamento della Riserva».
Ma l’attenzione del presidente si sofferma soprattutto sulla questione della presenza di un impianto produttivo all’interno della riserva, «in ampio spregio a leggi e regolamenti». Si rileva, in risposta a quanto sostenuto dai firmatari della petizione, che la Riserva sotto la presidenza Spreafico si è attivata per fare ripristinare i luoghi alla società Novate mineraria. Si aggiunge che le cause sono in corso e che la Riserva è impegnata per fare valere le proprie ragioni. «Non ci sono sentenze che la Riserva disattenderebbe, quindi le accuse contenute nella lettera sono false. È del tutto falso anche che la riserva abbia raggiunto un accordo con la società che gestisce l’impianto che permetterà la frantumazione di inerti per almeno tre anni».
Spreafico ricorda che nei giorni scorsi è stata redatta una bozza condivisa di accordo di programma «che prevede il definitivo smantellamento di tutti gli impianti esistenti, in tempi certi, senza oneri per l’ente e senza alcuna prosecuzione di lavorazione, tenendo presente che l’impianto oggi è sotto sequestro». È prevista una convenzione relativa alle modalità di smantellamento e alla completa riqualificazione ambientale dell’area. Per quanto riguarda altre vicende del passato legate a presunti danni ambientali, si ribadisce che Spreafico «non risulta fra i convenuti e i fatti contestati sono tutti relativi alla precedente amministrazione».
Una parte del botta e risposta riguarda i terreni agricoli. I sessantacinque firmatari sostengono che «il nuovo piano della riserva è fermo da anni e avrebbe dovuto essere adottato nel 2012, ma sotto la gestione Spreafico non se ne è più saputo nulla» e che «gli agricoltori vengono regolarmente ignorati e non resi partecipi di alcuna scelta né sul contenuto del piano, né sulle tempistiche».
Spreafico rileva tramite i propri legali di aver ereditato un iter del piano di gestione completamente fermo e di essersi attivato trasmettendolo alle associazioni di categoria di Sondrio e Como per acquisire dei suggerimenti. «Appena le associazioni risponderanno si proseguirà l’iter di approvazione conclude il presidente -. Si sono tenuti nel frattempo vari incontri per potere giungere a una sintesi condivisa». Di dimissioni, insomma, non se ne parla. «Tutto questo mi dà nuova forza e personale determinazione nel proseguire l’operazione di trasparenza e rinnovamento all’interno della Riserva del Pian di Spagna».
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