Cronaca / Morbegno e bassa valle
Sabato 16 Novembre 2024
A Morbegno il convegno annuale della Caritas diocesana. «Siate beati nella carità che fate»
Sognare e camminare assieme per arrivare molto lontano. Può essere questa la sintesi del convegno annuale della Caritas diocesana di Como che si è svolto nella sala ipogea del complesso di San Giuseppe a Morbegno. L’appuntamento, ormai tradizionale, è stato proposto alla vigilia della Giornata mondiale dei Poveri, che ricorre oggi, ed è partito dal tema “Comunità: cantieri di carità”, per andare ad approfondire le buone prassi che nei diversi vicariati della diocesi si vivono in ambito caritativo.
In apertura dell’incontro, che ha radunato un centinaio di partecipanti dalle quattro province sulle quali si articola il territorio diocesano (Como, Sondrio, Lecco e Varese), è stato ribadito dal direttore Rossano Breda lo stile con il quale Caritas vive la propria azione pastorale. Esplicitato in tre indicazioni: «ascoltare, cioè mettere al centro la persona prima delle necessità che porta con sé; osservare, ovvero rendersi conto del contesto in cui Caritas agisce e ne coglie i contorni, le condizioni, le cause, le possibili indicazioni; discernere per animare: la Caritas si fornisce degli strumenti necessari per rispondere alle sfide, dentro la comunità, dentro la storia, aperta alle collaborazioni e alleanze».
Sempre Breda ha ricordato le “tre vie” che papa Francesco aveva indicato nel 2021 alla Caritas per vivere il proprio impegno: la “via degli ultimi”, cioè «l’opzione fondamentale per i poveri, come ben espresso in “Evangelii Gaudium”», la “via del Vangelo”, «mettendo al centro l’ascolto della Parola di Dio» e la “via della creatività”, «in particolare favorendo il protagonismo dei giovani».
Il convegno, vissuto secondo uno stile «esperienziale e comunitario: non ci sono relatori, non ci sono testi da leggere», è servito a ricordare - come ha affermato il direttore Breda - che «non esiste una Caritas fuori della Chiesa» e per suscitare nei presenti «una “sana inquietudine”, generata da quella indicazione che Gesù lascia al fariseo che gli chiedeva “chi è il mio prossimo”, cioè: “va’ e anche tu fa’ lo stesso!”». Per comprendere che «questo è il tempo e lo spazio ideale per avere piena consapevolezza che oggi il Risorto chiama me, chiama te chiame noi».
Monsignor Battista Galli, oggi parroco di Campovico e Desco ma direttore della Caritas diocesana dal 1993 al 2002, ha offerto una meditazione a partire dal brano al decimo capitolo del Vangelo di Marco nel quale Gesù guarisce il cieco Bartimeo. Paragonato ai poveri che gli operatori Caritas incontrano. «Siate beati nella carità che fate – ha detto loro monsignor Galli -, non pensate all’obbligo ma alla gioia che vi dà, perché Gesù amava la gioia e non faceva le cose per dovere. Anche a voi auguro di essere sempre persone profondamente contente».
Dopo il confronto a gruppi su sei buone prassi seguite attraverso progetti attivi in sette vicariati, sono stati presentati i progetti che la Caritas diocesana sosterrà nel prossimo tempo di Avvento: sulla Rotta balcanica per l’accoglienza di minori non accompagnati con 8 mila euro, in Egitto per il supporto ai profughi sudanesi con 8 mila euro, in Terra Santa e Libano per l’assistenza alle vittime della guerra con 10 mila euro.
Spazio anche alla presentazione delle esperienze estive, prima che monsignor Alberto Pini, vicario episcopale per la pastorale, conferisse il mandato agli operatori e ai volontari, un segno di riconoscimento dell’impegno ecclesiale nella missione della Caritas.
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