Un libro su Monica Bellucci
«Sono come una pera matura»

L'attrice presenta in anteprima a «Vanity Fair» un libro, «Monica Bellucci», in cui si celebra la sua fenomenale fotogenia e il rapporto più che ventennale con alcuni dei più grandi fotografi del mondo

MILANO Dalla nascita della seconda figlia, Lèonie, nata il 21 maggio, Monica Bellucci non si è fermata: ha girato uno spot (per Dolce & Gabbana e Martini), due film (oltre a quello di Veronesi, quello di Philippe Garrel) e ha partecipato a una serie tv francese. La Bellucci presenta in anteprima a «Vanity Fair» - che le dedica la copertina - un libro, «Monica Bellucci» (Rizzoli, con uno scritto di Giuseppe Tornatore e una prefazione della stessa Monica), in cui si celebra la sua fenomenale fotogenia e il rapporto più che ventennale con alcuni dei più grandi fotografi del mondo, da Bruce Weber a Peter Lindbergh a Ellen von Unwerth.
Stupisce l'idea che abbia fatto questo libro. Lei non ama guardarsi indietro, non riempie le sue case di foto. «Infatti, ho resistito parecchio. È un vecchio progetto, risale a quando ero incinta di Deva. I miei agenti mi dicevano di farlo perchè è un peccato che tanti servizi fotografici così belli fossero usciti una volta sui giornali e poi scomparsi. Poi, quando sono tornati alla carica, ho detto di sì e ne sono contenta perchè il ricavato delle vendite di questo libro va completamente in beneficenza, a due associazioni che io sostengo: una italiana - l'Agop, Associazione genitori oncologia pediatrica - e una francese, Paroles de femmes, che aiuta le donne in difficoltà».
Nel libro ci sono molte foto in cui è nuda. «Le ho scelte io. Non ho voluto nè foto pubblicitarie nè foto di moda. Volevo l'espressività primordiale del corpo. D'altronde è questo che mi ha sempre attratta nella fotografia. Da ragazzina, quando guardavo i libri di Helmut Newton, di Bruce Weber e di Richard Avedon, era questo che mi affascinava: l'arte di madre natura. Il corpo così com'è». Come vede il suo corpo? «Non ho mai avuto un corpo da modella, alta ma non altissima, rotonda senza mai aver avuto voglia di dimagrire. Mi sono offerta allo sguardo dei fotografi con abbandono, come una musa che gode nell'osservare il talento di chi la ritrae. Posare per una foto, ma anche recitare al cinema, si può fare solo se non si ha paura di scoprire chi si è». E lei non ce l'ha? «Al contrario. Io muoio dalla voglia di sapere chi sono, nel bene e nel male. Infatti, dietro alcune di quelle foto ci sono anche momenti tristissimi della mia vita. Appaio appagata e, invece, ero a pezzi. Che problemi? Cose della vita che preferiresti non ti capitassero. Se ci penso mi viene da piangere». Se io fossi un fotografo e la fotografassi in questo momento, che persona e che sentimenti troverei? «Sono come una pera matura». Prego? «Sì, perfettamente matura. Dolcissima e succulenta. Una specie di stato di grazia».

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