Società e Costume
Mercoledì 09 Giugno 2010
Fritto misto e golosità di mare a rischio
I pescatori trattano con Bruxelles
Le norme introdotte dal 1 giugno impediscono la raccolta invasiva di prelibatezze come telline, cannolicchi e di numerosi i pesci locali: a rischio migliaia di piatti tipici tra fritture, pastasciutte e zuppe. In ballo c'è l'equilibrio tra la tutela dell'ambiente e le esigenze della buona alimentazione
ROMA - Lo stop alle telline e alla fritturina di paranza, dovuto all'entrata in vigore del regolamento comunitario Mediterraneo che dal primo giugno ha introdotto nuove norme per la pesca, mette a rischio in Italia oltre un milione di piatti, dagli spaghetti alle zuppe, alla "fritturina
di pescetti" serviti ogni anno sulle tavole degli italiani e dei ristoranti e che hanno come base il gustoso mollusco, diffuso soprattutto nel Lazio ma anche in Puglia, Campania ed in altre regioni.
Lo dice la Coldiretti, secondo la quale il regolamento dell'Unione Europea cambierà i menu degli italiani rischiando, di fatto, di far sparire dalle loro tavole telline, cannolicchi e altri pesci della tradizione gastronomica nazionale. Ma quella dell'Ue è solo l'ultima di una serie di prese di posizione che sulla tradizione gastronomica italiana pesano come macigni, come le norme sui "formaggi senza latte" o quelle sul vino "zuccherato" o addirittura fatto "senza uva".
A partire dal primo giugno sono entrate in vigore le nuove norme sulla pesca che di fatto faranno sparire dalle tavole degli italiani telline, cannolicchi e altri pesci della tradizione gastronomica regionale, come quelli
necessari per la "fritturina di paranza".
La Ue in realtà vieta le forme di pesca più "invasive", che sono però anche quelle che garantiscono un grande approvvigionamento delle specialità più gustose e ricercate.
In pratica, con l'osservanza delle nuove norme si scaternerebbe la "caccia" al piatto tipico, frutto questa volta delle pesca amatoriale, con inevitabili conseguenze non solo sui menù dei ristoranti, ma anche sui costi finali. Ora le associazioni della pesca stanno cercanmdo di spuntare da Bruxelles condizioni migliori, in modo da riuscire a coniugare la tutela dell'ambinete con le esigenze della buona tavola. La partita resta aperta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA