L'effetto Michael aveva contribuito a infiamamre gli animi dei tifosi stanchi di una F1 senza leader, tanto che anche a Monza le vendite dei biglietti avevano conosciuto un benefico guizzo verso l'alto. A Valencia, addirittura, dopo la notizia del rientro del tedesco si vendevano fino a 10mila biglietti al giorno contro i 6.500 delle settimane precedenti. Nel tempio della velocità, seppure in assenza di dati numericamente certi, il sentore poteva dirsi simile: il pilota tedesco sarebbe stato un'ottima medicina contro il calo dell'interesse da parte del pubblico, misurato sia in termini di accessi ai circuiti che di audience televisiva.
Dopo il dietrofront di Schumi, che ha fatto sapere dal suo sito l'11 agosto scorso di non essere in grado di rientrare in tempi così brevi per via dei problemi sofferti dal collo dopo l’incidente in moto di questa primavera, le vendite sono ritornate sotto la media dello scorso anno e si è scatenata una tempesta mediatica soprattutto sui siti internet dedicati ai motori e sui blog di tifosi che si attendevano l’approdo italiano del campione. Addirittura su ebay ha fatto capolino l'offerta di qualche frettoloso acquirente che sperava nello spettacolare rientro e che ora non pare più interessato a venire da Verona a Monza.
In un mondiale che procede più per proclami che non per le gesta dei piloti si è aperta la caccia a chi potrà limitare i danni: aspettando Alonso, per la prossima stagione probabilmente in Ferrari, si rincorre ora la notizia che a Monza potrebbe fare rientro lo stesso Felipe Massa. Ma francamente senza un occhio al cento per cento e con una placca nuova nella testa forse sembrerebbero più opportuni dei test prima di riprendere il volante in gara. Per poche ore, dopo la vittoria di Valentino Rossi sul circuito di Brno, è tornata l'attenzione sul pilota di Tavullia in rosso: illazione che per fortuna il centauro ha cancellato specificando che le sue energie sono completamente concentrate sulla Motogp e sul titolo sempre più vicino, ma non ancora ancora certo. Torna così l'incubo della crisi della F1, dello spettacolo mancato, delle affluenze sempre più basse e dei campioni veri che languono.
Sabrina Arosio
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