Ansa Press Release
Martedì 05 Marzo 2024
‘Il Filo tra le mani. Le donne di Piazzola sul Brenta al lavoro’
(Arv) Venezia 5 mar. 2024 - È stato presentato oggi, a palazzo Ferro Fini, il libro ‘Il Filo tra le mani. Le donne di Piazzola sul Brenta al lavoro’, Cleup edizioni, che sarà presentato a Piazzola sul Brenta la sera di venerdì 8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna. Il volume è nato per iniziativa dell’amministrazione comunale plateolese e ha ricevuto il contributo della Regione del Veneto. Il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti , ha portato i saluti istituzionali, ringraziando “il presidente della Prima commissione consiliare, Luciano Sandonà, e il Sindaco di Piazzola sul Brenta, Valter Milani, per aver scelto palazzo Ferro Fini, la casa di tutti i Veneti, per lanciare l’evento di venerdì 8 marzo, quando verrà presentato il libro ‘Il Filo tra le mani. Le donne di Piazzola sul Brenta al lavoro’, in concomitanza con la celebrazione della ‘Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale’, come stabilito dalla risoluzione n. 32/142 del 16 dicembre 1977, in cui l'Assemblea dell’Onu riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace, riconoscendo contestualmente l'urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare l'appoggio a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro Paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali. Ho voluto citare la risoluzione delle Nazioni Unite anche per ricordare a noi tutti che l’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, sottoscritta anche dall’Italia, è chiarissimo: raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze”. “Sicuramente – ha continuato Ciambetti - sono stati fatti progressi importanti nella parità di genere e nell’emancipazione femminile, ma donne e ragazze continuano a subire discriminazioni e violenze in ogni parte del mondo, e anche nel nostro Veneto, ferito da femminicidi orrendi. Cito testualmente i documenti Onu: ‘La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace. Garantire alle donne e alle ragazze parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso, così come la rappresentanza nei processi decisionali, politici ed economici, promuoverà economie sostenibili, di cui potranno beneficiare le società e l’umanità intera’ ”. “E’ in questo contesto che si inserisce l’iniziativa del Comune di Piazzola sul Brenta, forse l’unico borgo in Italia in cui è possibile rileggere l’evoluzione urbanistica e il paesaggio a partire almeno dal XV° secolo sino ai nostri giorni – ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale - Non dimentichiamo che Piazzola è la terra natale del Mantegna e come Villa Contarini sia un esempio importantissimo dell’evoluzione dall’antico castello alla villa, con l’intervento probabile, nel nucleo centrale, del Palladio o di maestranze prossime al grande architetto, mentre l’intero borgo ci parla dello sviluppo dell’impianto economico, dapprima attorno alla villa e al ciclo delle acque, per giungere, alla seconda metà dell’Ottocento, alla svolta voluta dai Camerini. Nel 1885, alla morte di Luigi Camerini, troviamo almeno 400 persone attive negli opifici di Piazzola, un mulino da grano, due pile da riso, due magli da ferro con 6 fucine, una sega da legname, due gualchiere, cioè macchinari per la tessitura, una tintoria per lane, fili e mezze lane, una filanda con 130 bacinelle a vapore e un filatoio ad acqua. Trentacinque anni dopo la morte di Luigi Camerini, il figlio Paolo, agli inizi degli anni ’20 del Novecento, certifica che le industrie e l’agricoltura locale danno lavoro in paese a circa 4.000 operai, 2/3 dei quali donne, con piena occupazione, e che Piazzola è il centro industriale più importante della provincia di Padova, come possiamo leggere nell’annuario della Camera di Commercio patavina, dove si parla di un abitato ordinato con ‘numerose case coloniche operaie che rispecchiano il benessere, l’agiatezza e la tranquillità’ . Piazzola, continua la Camera di Commercio, è in sintesi ‘una grande azienda familiare dove l’azione della complessa amministrazione segue amorevolmente i singoli individui nei loro primi bisogni’ . Sappiamo che Paolo Camerini si ispirò ad Alessandro Rossi e alla sua città giardino, ma resta il dato di fatto di una realtà dinamica che, assieme all’esperimento laniero scledense, introduce ai massimi livelli l’avvio di una economia capitalistica moderna in un Veneto segnato allora da una povertà devastante e dall’emigrazione necessaria per fuggire alla fame. Piazzola sul Brenta è un’isola, dunque, ma quest’isola si regge sul lavoro di almeno 2700 donne assunte tra industrie e agricoltura, tra lo jutificio, la filanda, l’industria chimica di colle e concimi, la fabbrica di conserve alimentari, la fornace e le centrali elettriche. Un modello che andrà in crisi a partire dagli anni Trenta del Novecento fino alla stasi del secondo Dopoguerra: mentre nel resto d’Italia si pongono le premesse per il boom economico che investirà anche il Veneto, sebbene in ritardo rispetto alle altre regioni italiane, Piazzola sembra incapace di riprendere un nuovo ruolo e ciò, per alcuni aspetti, si trasforma in una singolarissima opportunità, giacché diversamente da quanto vediamo nelle città operaie di Schio o Valdagno, Piazzola non conosce la cementizzazione selvaggia e scomposta che investe soprattutto le periferie dei principali centri veneti, e ciò consente alla realtà piazzolese di mantenere quasi integro il proprio tessuto, che ci è stato restituito con i recuperi e restauri di questo secolo, e che oggi ci permette di comprendere anche visivamente una fase storica di sviluppo socio-economico che non aveva pari, non solo in Veneto. Ed è bello avviare, proprio in questa realtà così densa di memorie e valenze, emblematica dell’archeologia industriale, una riflessione sulla donna e sul suo lavoro nel solco dell’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030 della Nazioni Unite, perché qui, più che altrove, si vede benissimo e in concreto il grande apporto, maggioritario in temini di maestranze, dato dall’universo femminile nella creazione di ricchezza e nello sviluppo del benessere e di quella pace di cui parlava già l’Onu, nel fissare l’8 marzo come Giornata dei diritti delle donne e per la Pace internazionale, temi di formidabile attualità oggi, quando troppe donne, anche in Veneto, vedono i propri diritti calpestati, subiscono violenze e soprusi indegni di una società civile, mentre l’intero pianeta è sull’orlo di una Terza guerra mondiale, i cui esiti sarebbero devastanti”. “Ben venga dunque questo studio sul contributo fondamentale dato dalle donne e dalle ragazze a Piazzola sul Brenta – ha chiosato Roberto Ciambetti - contributo che deve farci riflettere tutti affinché l’8 marzo possa essere celebrato ogni giorno dell’anno”. Il consigliere regionale Luciano Sandonà (Lega- LV) ha voluto fortemente presentare il libro qui a palazzo Ferro Fini e si è subito “complimentato con il Sindaco di Piazzola sul Brenta, Valter Milani, con l’amministrazione comunale e con tutte le persone che hanno collaborato, in vario modo, alla stesura di un volume che, abbracciando diverse generazioni, celebra l’apporto del lavoro femminile nella crescita sociale ed economica del territorio di Piazzola sul Brenta. Più di un secolo fa Piazzola, quando ancora lavoro per le donne non c’era, ha offerto occupazione a centinaia di lavoratrici impegnate in diversi settori, dallo jutificio alla filanda, dall’industria chimica di colle e concimi alla fabbrica di conserve alimentari, dalla fornace alle centrali elettriche. Piazzola è stata quindi una importante realtà sul fronte del lavoro e del lavoro femminile in particolare. È stata anche antesignana della lotta per il riconoscimento alle donne della parità dei diritti, in primis quelli alla parità retributiva e di condizioni lavorative rispetto ai colleghi maschi. Tanta strada, su questo campo, è stata percorsa, ma ancora c’è tanto da fare. Con questo spirito, dobbiamo approcciarci alle celebrazioni dell’8 marzo”. Il Sindaco di Piazzola sul Brenta, Valter Milani , ha ringraziato il “Consiglio regionale del Veneto per aver supportato questa iniziativa”, e ha sottolineato che “l’idea è nata all’interno degli uffici comunali al Sociale e alla Cultura, grazie anche all’importante apporto fornito dal nostro assessore alla Cultura. Si tratta di una iniziativa editoriale rara, in quanto è emozionale e, quindi, risulta particolarmente efficace. Piazzola ha avuto un grande peso sotto l’aspetto culturale e industriale. Per molti anni, ha rappresentato la realtà industriale più importante della provincia. Il titolo di questo libro, ‘il filo tra le mani’, un filo pesante, lungo, intenso, dai mille colori, che lega tra loro diverse generazioni di donne, credo sia il giusto riconoscimento all’universo femminile e possa dare un importante contributo alla lotta per il raggiungimento della parità salariale e di qualifica tra donne e uomini lavoratori”. “Le donne vanno incoraggiate ad avvicinarsi anche al mondo della politica, che non è per soli uomini”, ha chiosato il Primo cittadino, che ha anche ringraziato “gli storici che hanno testimoniato quanto scritto nel libro”. A margine della presentazione, sono state premiate numerose donne di Piazzola, impegnate nella realtà sociale, nel Terzo Settore e nella Pro Loco, nella promozione della parità di genere e delle pari opportunità, nella Caritas, nello sviluppo delle attività commerciali, artigianali, agricole, culturali e sportive del territorio, nel mondo dell’istruzione e nella tutela della salute pubblica. Sono stati anche premiati gli autori principali del libro: Franca Cosmai e Claudio Grandis, assieme ad altri collaboratori, quali Valeria Bison e Ivo Callegari. Il libro è corredato da foto storiche frutto della collaborazione dei moltissimi cittadini che hanno aderito all’iniziativa.
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