Ansa Press Release
Martedì 06 Giugno 2023
CRV - Consiglio veneto propone al Parlamento di ridurre Iva nelle bollette energetiche case riposo
(Arv) Venezia 6 giu. 2023 - Il Consiglio regionale del Veneto chiede al Parlamento nazionale di ridurre l’aliquota Iva sulle bollette di luce e gas per le case di riposo e le residenze sanitarie assistenziali. Lo fa con una proposta di legge statale, presentata dalla capogruppo di Forza Italia Elisa Venturini e approvata all’unanimità (41 voti), che prevede di applicare alle case di riposo e alle residenze sanitarie assistenziali l’aliquota Iva agevolata al 10 per cento per l’energia elettrica e il gas, così come avviene per le utenze a uso domestico. Secondo i proponenti - il testo di legge è sottoscritto anche dai consiglieri Alberto Bozza, Tomas Piccinini e Fabiano Barbisan - l’abbattimento dell’aliquota Iva dal 22 al 10 per cento, calcolato sui 284 mila ospiti di strutture residenziali censiti dall’Istat su base nazionale, genererà un minor gettito per le casse dello Stato di 9.940.000 euro; il beneficio medio per la retta di un ospite di un centro servizi anziani del Veneto è quantificabile in circa 61 euro l’anno.
“Proponiamo un intervento sul sistema tributario e contabile dello Stato, materia di competenza esclusiva statale, al fine di correggere una ingiustizia evidente”, ha spiegato in aula la relatrice Venturini. “Chiediamo che l’aliquota agevolata al 10 per cento sia applicata, oltre che nei casi di erogazioni di energia elettrica e gas a favore di nuclei familiari residenti nella propria abitazione, anche nel caso di costi energetici correlati all’ospitalità offerta all’interno di strutture di accoglienza a cittadini non autosufficienti o parzialmente autosufficienti: sono strutture comunitarie che diventano di fatto il nuovo domicilio dei loro ospiti. Si tratta di correggere l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate, che non prevede agevolazioni per le strutture comunitarie che effettuano prestazioni in regime Iva, e di sollevare da costi impropri gli utenti e le famiglie, che sopportano in larga parte i costi per il ricovero nelle Rsa e nelle case di riposo, nonché i Comuni che devono farsi carico del costo della retta in caso di indigenza dell’ospite. Al fine di limitare l’agevolazione alle sole situazioni di bisogno sociale viene previsto che, per ottenere l’agevolazione, la struttura di accoglienza debba operare in regime di convenzionamento con la Regione o l’ente locale competente”.
“Bene un progetto di legge che chieda allo Stato di ridurre l’Iva per contenere i costi delle rette delle strutture assistenziali, ma anche la Regione del Veneto deve fare la propria parte – ha contestato Elena Ostanel – A quando, invece, la riforma delle Ipab? Siamo rimasta l’ultima regione in Italia a non aver adottato alcun provvedimento di riforma per le istituzioni assistenziali. Stiamo spostando ancora una volta la palla a Roma, evitando le nostre responsabilità e ignorando che a Roma c’è la vostra stessa maggioranza”. Ostanel ha sollecitato interventi concreti da parte della Regione in materia di operatori socioassistenziali e di sostegni alle strutture residenziali per anziani .
A marcare il tema della mancata attuazione della riforma delle Ipab, che incide sui costi di gestione e del personale, è intervenuta anche la vicepresidente del Consiglio Francesca Zottis (Pd) che ha allargato lo sguardo alla riorganizzazione dei servizi sociosanitari e al coinvolgimento dei Comuni e del terzo settore, auspicando che la maggioranza affronti ‘esigenze che da troppi anni latitano sui tavoli regionali”.
“Quest’atto vale poco più di una mozione del Consiglio regionale, ha impatto pressochè nullo sulla vita delle persone”, ha denunciato la vicepresidente del Pd Vanessa Camani , lamentando come gli emendamenti presentati dalle opposizioni in sede di bilancio di previsione per alleggerire le rette nelle Rsa utilizzando la leva dell’imposizione regionale Irpef siano stati respinti dalla maggioranza.
Più coerenza e “atti concreti da parte della Regione” sono stati invocati anche da Erika Baldin (M5S) che ha invitato la maggioranza di governo in Regione e in Parlamento a fare chiarezza su come intende intervenire per affrontare il problema dell’assistenza ai non autosufficienti, delle case di riposo e del caro-rette.
La presidente della commissione Sanità e sociale Sonia Brescacin (Lega-Lv) ha replicato ricordando la costante attenzione della Regione per le Ipab e le case di riposo, con l’adeguamento dei contributi regionali alle rette, l’incremento del numero di impegnative di residenzialità a carico del fondo regionale per quasi 44 milioni di euro nel triennio 2020-22 e l’abbassamento dell’aliquota Irap per le case di riposo che vale circa 10 milioni di euro sul bilancio regionale: “Complessivamente negli ultimi due anni la regione Veneto ha investito circa un centinaio di milioni di euro nelle strutture residenziali per anziani, calcolando solo questi tre interventi”. “La narrazione sulle politiche per la non autosufficienza va corretta”, ha ammonito Brescacin.
“Cento milioni di euro, sui quasi 10 miliardi trasferiti dallo Stato per il funzionamento della sanità e del sistema sociale della Regione, per i 32 mila ospiti delle case di riposo e le 200 mila persone non autosufficienti presenti in Veneto, non sono gran cosa”, ha contestato la vicepresidente della commissione Sanità, Annamaria Bigon (Pd). “La Regione deve e può fare molto di più, per sostenere le famiglie che pagano 3 mila euro al mese per i loro congiunti ospitati in strutture residenziali”.
Apprezzamento per l’iniziativa legislativa di Forza Italia è stata espresso infine dal capogruppo di Fratelli d’Italia Enoch Soranzo , che ha ricordato come il tema dell’assistenza ai non autosufficienti richieda “risposte molteplici” e ha auspicato l’impegno unanime di tutte le forze politiche nelle aule parlamentari.
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