Consiglio veneto: ok a legge di adeguamento ordinamentale in materia di sanità e sociale


(Arv) Venezia 31 lug. 2024 –       Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato con i voti della maggioranza Lega-Fratelli d’Italia-Forza Italia-Autonomia Veneto e l’astensione delle opposizioni la legge di adeguamento ordinamentale 2024 in materia di politiche sanitarie e sociali. Si tratta di un articolato di manutenzione legislativa, che interviene con modifiche di tipo normativo sulla legislazione vigente, senza impatto economico diretto, per aggiornare le leggi regionali adeguandole a direttive o provvedimenti legislativi nazionali.
Tra le novità approvate, il limite di età per l’affidamento degli incarichi di direttore generale delle Ulss e delle terne di dirigenza (direttore sanitario, direttore amministrativo e direttore dei servizi sociali) in Veneto sale da 65 a 68 anni. Il mandato potrà durare da 3 anni e massimo 5 anni e la Giunta dovrà individuare le figure incaricate dagli appositi elenchi nazionali e regionali di idonei, così come prevede la normativa nazionale. Su proposta di Elena Ostanel le figura di direttore sanitario, amministrativo e dei servizi sociali potranno essere scelte anche da elenchi regionali di altre regioni.
La legge ordinamentale interviene inoltre in materia di equilibrio delle gestioni aziendali delle Ulss, prevedendo che la Giunta definisca ogni anno gli indirizzi in materia di personale per le aziende e gli enti del servizio sanitario regionale, verifichi l’andamento della spesa in corso di esercizio e adotti misure, se necessario, anche in materia di spesa del personale. Tra le ulteriori novità contenute nei 17 articoli del provvedimento ci sono l’estensione della possibilità per le aziende sanitarie di assumere personale a tempo determinato e di acquisire prestazioni aggiuntive dal personale dipendente del comparto sanitario per fronteggiare le emergenze anche per profili diversi da quelli dei dirigenti medici e sanitari. Si prevede inoltre che le aziende e gli enti del servizio sanitario regionale possano acquisire personale a tempo determinato, con contratti di somministrazione di lavoro o con convenzioni ovvero con contratti di collaborazione coordinata a e continuativa per assicurare le attività di emergenza e urgenza o il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza.
Infine, il disegno di legge chiarisce che il computo dei 5 anni di permanenza nelle strutture sanitarie del territorio regionale richiesti ai medici specialisti che usufruiscono della borsa di studio regionale comprende anche i periodi di lavoro a contratto determinato che gli specializzandi del 4° e 5° anno hanno svolto nei reparti e servizi, in virtù delle possibilità di assunzione introdotte con la legge di bilancio 2019.
In materia di politiche sociali, tra le novità normative contenute nel Ddl ordinamentale, c’è l’innalzamento da 60 a 66 posti della capienza massima degli asili nido e dei servizi per la prima infanzia da 0 a 3 anni, per consentire ai comuni beneficiari dei fondi Pnrr per asili nido di derogare ai limiti di capienza massima.
Su proposta della presidente della commissione sanità Sonia Brescacin (Lega-Lv), relatrice del provvedimento, sono state inserite nuove norme per aggiornare la legislazione vigente in materia di tutela degli animali da compagnia, prevenire maltrattamenti e randagismi e rendere più severe le sanzioni amministrative.
Nel corso del dibattito sono state accolte dall’aula anche alcune richieste presentate dai consiglieri del Veneto che vogliamo e del Pd. Tra queste, la conservazione della cadenza annuale del monitoraggio sull’andamento delle prestazioni ambulatoriali, e l’impegno di promuovere specifiche campagne informative per far conoscere il numero verde regionale e delle sue funzioni a tutela del diritto dei cittadini a ricevere le prestazioni sanitarie nel rispetto dei tempi previsti. Via libera da parte dell’aula, inoltre, alla proposta di rendere disponibile e consultabile dai cittadini la mappatura della presenza di defibrillatori nel territorio e di assicurare la loro manutenzione costante.
L’aula ha invece respinto la richiesta avanzata dalle opposizioni di escludere la spesa del personale dalle operazioni di riequilibrio delle gestioni finanziarie delle aziende sanitarie, la proposta di programmare tempi e termini più stringenti per il rispetto dei tempi di attesa dele prestazioni sanitarie, di mantenere sempre aperte le agende di prenotazione dei CUP e di rispettare il limite massimo di 48 ore di attesa per i pre-appuntamenti. Respinta anche la richiesta di prorogare di un anno l’efficacia delle graduatorie del personale sanitario approvate nel 2022, in modo da velocizzare e rendere più economiche le procedure di reclutamento degli operatori sociosanitari. Né ha trovato ascolto la proposta emendativa avanzata dalla capogruppo del Pd Vanessa Camani che prevedeva la gratuità dell’incarico per i direttori generali delle aziende sanitarie titolari di trattamento di quiescenza per raggiunti limiti di età.
Il confronto nel dibattito in aula si è concentrato in particolare sul problema delle liste di attesa e del rispetto dei tempi di prenotazione, sui problemi di reclutamento del personale sanitario, sugli stipendi poco remunerativi per medici, infermieri e operatori sanitari del servizio sanitario veneto.
A margine della legge ordinamentale in materia di sanità e sociale sono stati approvati anche alcuni ordini del giorno. Due quelli presentati da Elena Ostanel (Vcv) e accolti con voto unanime: il primo invita la Giunta a coinvolgere i sindaci nei tavoli aziendali di monitoraggio sull’offerta di cure delle aziende sanitarie, l’appropriatezza delle prescrizioni sanitarie e il rispetto dei tempi di attesa; il secondo invoca un incremento della distanza minima delle sale da gioco, delle sale scommesse e dei punti di gioco d’azzardo dai cosiddetti luoghi sensibili (scuole, patronati, impianti sportivi, case di riposo…) come fattore di dissuasione verso il gioco compulsivo. Hanno inoltre trovato il consenso unanime dell’aula l’odg presentati dal Pd, prima firmataria Chiara Luisetto, che invita la Giunta a chiarire quale sia la nuova capienza massima degli asili nido, e la richiesta di impegno della Giunta perché indica concorsi per l’assunzione di personale nelle aziende ed enti del servizio sanitario regionale con congruo anticipo rispetto alla scadenza delle graduatorie vigenti, al fine di favorire il reclutamento tempestivo di personale. Ha registrato invece un unico voto contrario l’atto di indirizzo, a firma di tutti i gruppi di opposizione, che chiede l’intervento del Veneto presso il governo perché provveda al reperimento delle necessarie risorse umane e finanziarie per garantire ai cittadini il diritto alla salute ed interventi effettivi di taglio delle liste di attesa.
“Il nostro giudizio, nonostante le richieste accolte – ha dichiarato in aula la correlatrice di minoranza Annamaria Bigon (Pd) – rimane negativo, perché di fatto l’intervento di adeguamento ordinamentale non affronta il problema delle liste di attesa, né la priorità di reclutare medici e infermieri nelle strutture pubbliche della sanità regionale né quello di garantire al personale sanitario uno stipendio adeguato, almeno allineato con quello delle altre regioni”.
Di nuove e maggiori opportunità per il servizio sanitario regionale e di positive risposte ai territori ha parlato invece la relatrice Sonia Brescacin chiudendo le dichiarazione di voto.

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