Baldin (M5s): “Favorire la partecipazione popolare e i processi democratici"


(Arv) Venezia 29 ott. 2024 - Oggi, a palazzo Ferro Fini, la Capogruppo del Movimento 5 Stelle, Erika Baldin, ha presentato “una duplice proposta per favorire la partecipazione popolare e rafforzare la democrazia dal basso, che è stata completamente abbandonata da questa Regione. Vogliamo potenziare lo strumento del referendum abrogativo, introdurre il referendum propositivo popolare e prevedere l’obbligo di risposta alle petizioni popolari. Nello specifico, proponiamo la revisione dello Statuto del Veneto, per favorire la partecipazione popolare al procedimento legislativo e all'istituto referendario, e l’istituzione degli obblighi di risposta alle petizioni e di informazione sulle medesime al Consiglio regionale”.
L’iniziativa della Capogruppo M5s parte dalla “crisi della partecipazione politica: in Liguria, ha votato il 46% degli elettori e la cittadinanza attiva sembra limitarsi all’esercizio di pochi diritti o, più spesso, a sterili forme di protesta sui Social. I numeri parlano chiaro: l’affluenza alle Politiche nazionali del 2022 è stata del 63,8%. A partire dalle elezioni del 1979, l’affluenza alle consultazioni parlamentari ha subito un progressivo e quasi continuo calo, che l’ha portata dal 93,4% del 1976 al 63,8% appunto del 2022. Alle Regionali l’affluenza è addirittura minore e il partito del non voto è stato scelto da più elettori di qualsiasi altra lista”.
“E in Veneto – ha proseguito la consigliera pentastellata – alle ultime elezioni europee l’affluenza è calata al 52,6%. La partecipazione popolare alla politica regionale, dal 1970, si è tradotta in una proposta di legge di iniziativa popolare sul ‘fine vita’, in un referendum regionale abrogativo, relativo ai buoni famiglia per le scuole private, e in un referendum consultivo sull’autonomia. Alla luce di queste premesse, chiediamo che il Consiglio regionale dimostri maggiore considerazione per la volontà popolare, rafforzando gli strumenti di democrazia diretta, referendum e petizioni, per ovviare alla crisi di rappresentanza”.
“Proponiamo quindi – ha aggiunto Baldin – di favorire l’utilizzo del referendum abrogativo, con la riduzione del numero di firme necessarie da 40 a 30 mila. Inoltre, chiediamo di prevedere la possibilità di firma digitale nella piattaforma pubblica per i referendum e le proposte di legge di iniziativa popolare, nonché l’introduzione del referendum propositivo popolare, sul modello della Regione Lazio. Il referendum propositivo popolare deve rappresentare una nuova modalità di partecipazione popolare, prevedendo un numero di proponenti pari a 30 mila firmatari”.
"E quanto alle petizioni- ha ricordato la consigliera M5S – sono uno strumento previsto dall’articolo 50 della Costituzione, che offre ai cittadini la possibilità di promuovere provvedimenti legislativi presso le Camere o esporre comuni necessità. L’istituto della petizione è disciplinato in modo puntuale dall’articolo 60 del Regolamento consiliare (durante l’XI Legislatura regionale sono state presentate 6 petizioni), articolo di cui proponiamo la riforma: chiediamo che la petizione possa essere proposta da un cittadino identificabile come singolo o in forma associata; in questo secondo caso, deve essere reperibile un promotore. Inoltre, proponiamo che venga previsto il vaglio di ammissibilità da parte dell’ufficio di Presidenza e l’introduzione dell’obbligo di trasmissione alla competente commissione entro il termine di 30 giorni, in alternativa alla risposta scritta in caso di pronuncia di inammissibilità. Proponiamo, altresì, la previsione dell’obbligo, al posto della mera facoltà, di riferire al Consiglio regionale con una relazione istruttoria entro il termine di 60 giorni, da inviare anche al promotore della petizione”.

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