Imprese e Lavoro / Lecco e Sondrio
Lunedì 04 Novembre 2024
«Ora la stessa efficienza anche sugli altri appalti»
L’analisi Luca Fabi, presidente di Ance Lecco Sondrio, sui tempi per le gare «E ora più cooperazione tra le nostre imprese per crescere sul territorio»
«Abbiamo visto una situazione relativamente positiva, dove le opere sono state assegnate con una certa velocità e stanno anche andando avanti con tempi migliori di quelli medi degli appalti. Prendiamo spunto dalle cose che funzionano e vediamo se riusciamo a portare questa positività su tutti gli appalti e non solo su quelli del Pnrr». Lo afferma Luca Fabi, presidente di Ance Lecco e Sondrio, in occasione della presentazione della ricerca Ance Lombardia-Cresme sull'andamento delle opere pubbliche in Lombardia finanziate col Pnrr e non solo. Circa i risultati della ricerca, Fabi ha evidenziato le «tempistiche caratterizzate da efficienza, rapidità e snellezza» delle procedure di gara per gli appalti del Pnrr. «Le stesse tempistiche che, come associazione, chiediamo possano diventare lo standard, soppiantando quello che purtroppo fino ad oggi sono invece i tempi tipici degli affidamenti di opere pubbliche. In questo senso ci auguriamo che questa esperienza possa rappresentare un’innovazione positiva nel rapporto tra pubblica amministrazione e mondo dell’impresa, a tutto vantaggio delle comunità locali interessati dalle opere». Sul livello di partecipazione delle imprese lecchesi alle gare per opere pubbliche, anche legate al Pnrr, che sul territorio hanno visto l'aggiudicazione di 100 gare di importo medio poco sopra il milione di euro Fabi sottolinea che «il coinvolgimento delle nostre imprese, se non direttamente come capofila, crea comunque un riversamento delle attività sul territorio. In definitiva, riusciamo sempre ad avere la possibilità che le nostre imprese possano operare per il nostro territorio. Tuttavia – aggiunge Fabi – se si intensificassero le forme di cooperazione ciò farebbe crescere il numero di imprese che possono dedicarsi ad appalti di importi elevati. L'invito alle nostre imprese è quindi quello di trovare nuove forme di cooperazione o di strutturarsi maggiormente. Comunque, considerando che quella di Lecco è una provincia geograficamente più piccola delle altre, siamo soddisfatti dei progetti svolti sul nostro territorio».
«Secondo i dati quando i prezzi sono troppo bassi si rischi di perdere attrattività»
Sul fatto che rispetto ai primi sei mesi del 2023, nello stesso periodo del 2024 la provincia di Lecco abbia registrato un calo sensibile di aggiudicazioni (-76,9%), dato a cui si affianca quello sul ribasso medio di gara passato dal -23% del 2019 al -6,8% di quest'anno, Fabi afferma di avere «l'impressione che ciò sia dovuto a prezzi troppo bassi, un fattore, questo, che diminuisce agli occhi delle imprese l'attrattività degli appalti. Di fatto, nei primi sei mesi di quest'anno abbiamo visto un drastico crollo degli affidamenti, con la contemporanea riduzione della percentuale di ribasso sui prezzi a base d'asta». Le imprese dunque rallentano la partecipazione alle gare perché le considerano poco remunerative e, certo, aggiunge Fabi, «se poi un'impresa vuole ribassare del 20-30% facendosi del male è sua una scelta. La nostra idea invece è quella di avere un'attenzione più precisa sui prezzi. Come Ance stiamo portando avanti un prezzario a livello regionale sempre in via di aggiornamento, in modo da renderlo un elemento unico di riferimento per tutte le imprese delle province lombarde. I dati dimostrano che quando i prezzi sono troppo bassi si rischia di perdere attrattività e, quindi, di diminuire il numero di aggiudicazioni e la percentuale di ribasso. Aggiungo che il pubblico dovrebbe anche avere l'attenzione del giusto prezzo per l'appalto all'impresa che si comporta correttamente rispettando le regole, dalla sicurezza alla fiscalità, a tutto ciò che comporta un cantiere. L'appello è, quando si rivela scarsa attrattività, rivedere i prezzi ma non abbassare, proponendo una base di partenza con prezzi equi ed equilibrati. Si tratta di una riflessione che le stazioni appaltanti devono fare propria, ripensando agli investimenti previsti per la realizzazione delle opere pubbliche. Viceversa il rischio è che le gare vadano deserte e le opere restino al palo».
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