La manualità non basta più «serve cultura dei mestieri»

Intervista al professor Micelli di Cà Foscari sull’alto artigianato, in crisi di addetti (-276mila) e in cerca di identità «Da avviare cicli di formazione terziaria pensati per chi entra in questa attività. Il modello? Francia e Svizzera»

Dalla moda al design, all’hospitality, al mondo dei motori e del food: sono i principali settori dell’alto di gamma nazionale che non potrebbero assicurare la loro qualità unica di produzione Made in Italy senza il sapere artigiano delle lavorazioni. Secondo dati della Fondazione Alta Gamma con Unioncamere, fra il 2024 e il 2028 nelle filiera delle produzioni di alta qualità saranno necessari 276mila nuovi addetti, un dato che si scontra con la realtà di aziende di ogni dimensione, tutte in difficoltà nel trovare profili idonei o, comunque, giovani intenzionati a formarsi sul campo in lavorazioni che richiedono anche manualità.

Ne parliamo con Stefano Micelli, professore di Economia e Gestione delle Imprese all’Università Ca’ Foscari di Venezia, fondatore dello spin off Upskill 4.0 e responsabile scientifico di “ITS 4.0”, progetto avviato nel 2018 dal Miur e sviluppato in collaborazione con il dipartimento di Management di Ca’ Foscari.

© RIPRODUZIONE RISERVATA