
Nuovi indizi
fanno un po' di
luce
sul
perché non riusciamo a ricordare
i nostri
primissimi anni di vita
: il motivo non è, come si pensava, che la parte del cervello responsabile della conservazione dei ricordi, l'i
ppocampo
, in quel periodo è ancora in via di sviluppo. Le possibilità allora sono due: forse le
memorie
create in quella fase
non vengono immagazzinate
in un archivio a
lungo termine
, e quindi non durano a lungo,
oppure
i ricordi sono ancora presenti nel cervello in età adulta, ma
non possiamo accedervi
. Lo indica lo studio coordinato da Nick Turk-Browne, dell'Università americana di Yale e
pubblicato
sulla rivista Science. Emerge infatti che i
neonati sono in
grado di memorizzare
nuove immagini.
Studi precedenti indicavano che i neonati di appena
tre mesi
hanno una
memoria di tipo diverso
, detta '
statistica
': mentre la classica memoria '
episodica
' permette di ricordare
specifici eventi
, quella statistica consente invece di
estrapolare modelli generali dagli eventi
ai quali assistiamo. "L'apprendimento statistico riguarda l'estrazione della struttura nel mondo che ci circonda", dice Turk-Browne: "Questo è
fondamentale per lo sviluppo del linguaggio
, della
visione
, dei
concetti
e altro ancora, quindi è
comprensibile che entri in gioco prima
della
memoria episodica
".
Nonostante ciò, gli autori dello studio hanno dimostrato,
registrando l'attività dell'ippocampo
, che i
bambini sotto i 2 anni
sono in grado di immagazzinare anche
ricordi episodici
, molto prima di quanto si pensasse in precedenza. Inoltre,
altre ricerche in corso
indicherebbero che queste
memorie
possono
persistere
almeno
fino all'età prescolare
. "Stiamo iniziando a considerare la
possibilità quasi fantascientifica
che i
ricordi possano durare
in qualche forma
fino all'età adulta
, nonostante siano
inaccessibili
".
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