Un giornalista che si rifiuta di intervistare Hitler non è un giornalista. È un imbecille. Si intervistano tutti, si scrive tutto, si pubblica tutto: questo è il decalogo di chi fa informazione senza piaggeria e moralismo. Poi, per carità, siamo uomini di mondo, ma almeno la soglia della decenza non bisognerebbe mai dimenticarsi di oltrepassarla.
Eppure, sono in parecchi nella nostra categoria di scienziati e ancora di più in quell’altra categoria di cervelloni e tartufi che è la politica a ritenere e declamare e pontificare e comiziare che, insomma, non è possibile dar voce ai dittatori e ai corruttori e agli stupratori e agli accoltellatori e non bisogna diventare il megafono dei nemici della patria e dell’umanità e non bisogna lasciare spazio a chi è fuori dall’arco costituzionale e bisogna proteggere i nostri cittadini, i nostri bambini, le nostre vecchie zie, le nostre casalinghe di Voghera e via trombonando con tutta l’untuosa retorica farisea e filistea che contraddistingue il penoso dibattito politico nella nostra ancor più penosa repubblica delle banane.
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