Ora che stiamo assistendo alla convulsa agonia dei 5Stelle e alle affannate contorsioni dialettiche di Salvini - che sembra inseguito dallo spettro di Renzi proprio come Macbeth da quello di Banquo - è bene ricordarci dei fiumi di parole spesi in questi anni sulla sacralità del popolo.
E dibattiti e focus e interviste e inchieste e talk show e il popolo di qua e il popolo di là e la rivolta della gente, della mitica gente, della santa gente benedetta contro le angherie di lorsignori, della trilaterale, dei poteri forti, degli amici degli amici e non se ne può più e la gente sta male e la gente dice basta e la gente deve prendersi ciò che è suo e allora ben venga questa sana ondata di populismo, di canottiere, di ululati, di piazzate, di gazebate, di adunate, di selfate, di social con il leader populista che trangugia un maritozzo, il leader populista che gioca a tressette, il leader populista che parla pane al pane, il leader populista che lui è come noi e bla bla bla…
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