Ma il campo largo andrebbe seminato

La domanda delle cento pistole è: “Come mai il governo, con i casi che spuntano come funghi, da Arianna Meloni, a Tajani con lo Ius Scholae, a Draghi che incontra in segreto i figli di Silvio Berlusconi salvo poi premurarsi di farlo sapere a tutti, da Lollobrigida separato dall’Arianna suddetta e uscito perciò dal cerchio magico dell’ex cognata, da Santanché a rischio di processo per tacer di Salvini nel caso Opens Arms e dell’affaire Boccia-Sangiuliano, di Toti e nella parte del marito che sacrifica i santissimi per dispiacere alla moglie e Crosetto con i servizi sergreti (praticamente una colonna di giornale di impicci) guadagna consensi? mentre l’opposizione ne lascia per strada? Sarà mica che ha ragione Romano Prodi che, un po’ gongola nel buttare là queste pillole di saggezza politica, quando dice che non ha senso parlare di campo largo se non si dice cosa si è seminato e si raccoglierà? Eh sì perché per quanto l’estate abbia visto il ritorno del figliastro prodigo Renzi nel centrosinistra, accolto da gran parte del suo partito con la stessa simpatia mostrata nei confronti granchio che, in spiaggia, si insinua dentro il costume da bagno, i consensi sono rimasti sempre gli stessi, anzi, in alcuni dei primi sondaggi fatti circolare a ombrelloni chiusi, anche in calo. Insomma non basta aspettare che il centrodestra imploda, bisognerebbe riuscire anche a dare una spallata al muro sia pure crepato e pericolante. E ora il campo largo o come preferite chiamarlo non sembra avere le spalle adeguate. Che fare? Forse prima risolvere le questioni interne. Far capire ai dem che il loro ex segretario (colui, per altro, che gli ha portati al massimo storico sia pur grazie all’aiutino degli 80 euro) può essere una risorsa e non un incomodo, se non altro per la sua qualità nell’elaborazione politica, perlomeno quando la utilizza per costruire e non per spaccare, come spesso fa. Inoltre attendere che il movimento Cinque Stelle risolva la diatriba tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte e decida cosa vuole fare da grande superando quell’infantilismo politico che tante scelleratezze ha portato. E quindi proporre un programma serio e tosto che plachi quelle paure che gli italiani vivono e li fanno sentire più sicuri sotto l’ombrello di titanio della destra che non appesi all’aquilone di sogni del centrosinistra. Non è più tempo di sognare. Con una guerra mondiale alle porte e una perdurante crisi economica che riduce le risorse pubbliche per o servizi e i risparmi che le famiglie formiche mettono via per l’inverno (che non deve arrivare adesso) servono idee concrete, anche a prescindere dal colore delle bandiere.

Questo si chiede ai leader: Schlein, Renzi, Conte, Bonelli, Fratoianni, Della Vedova, Calenda: tutti coloro che vogliono un governo diverso da questo centrodestra, neppure più unito e poco in sintonia con il Paese se non nella presa d’atto di una mancanza di alternative. Più l’opposizione riuscirà a convincere gli italiani che un’alternativa migliore è possibile, andando oltre la mera contrapposizione ideologica e sterile, quanto più si amplieranno le crepe nella maggioranza. Certo, alcuni movimenti più o meno sottotraccia (ogni riferimento all’attivismo della famiglia Berlusconi è tutt’altro che causale) possono servire alla causa dell’opposizione. Non si può pensare che siano gli altri, le eventuali quinte colonne, a farsi carico di tutto il lavoro.

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