Diceva quel tale che se un giorno il buon Dio, stanco, stufo ed esasperato dalla stoltizia, dalla nequizia, dalla meschinità e dalle infinite delusioni provocategli dagli esseri umani decidesse di precipitarli all’inferno per mille e mille anni, lasciandoli rosolare tra le fiamme dell’Ade, dove verrebbero presi a forconate dai demoni e fustigati dai diavoli e seviziati da Asmodeo e Astarotte in persona al fine di fargli purgare i loro peccati, i loro delitti e i loro tradimenti, una volta riemersi da quel supplizio succederebbe una cosa incredibile.
Una cosa davvero incredibile. La più incredibile delle cose che si possano mai immaginare. Loro, noi, gli esseri umani, riprenderebbero a fare le stesse cose di prima. Le stesse cose. Le stesse identiche cose. Né più né meno. Le stesse cose. La lezione non sarebbe servita a niente, ma a niente davvero, e il buon Dio - lo stesso che, in una spassosa e profondissima storiella ebraica, al ventesimo tentativo di creare l’universo con tutte le sue stelle, i suoi pianeti, le sue galassie aveva detto “speriamo che stavolta regga…” – beh, quel buon Dio non avrebbe altro da fare che rassegnarsi. Lui è un Signore davvero potente, oltre che saggio e amorevole, ma non così tanto da poter cambiare la natura degli uomini che, belli gonfi, satolli, ottusi e paciarotti, andrebbero avanti a grufolare, a trafficare, a brigare e a trescare per tutta la vita, per tutta l’esistenza, per tutta l’eternità.
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