Le occasioni “mondiali” che l’Italia ha sprecato

Fra le tante letture critiche de “Il sorpasso”, uno dei capolavori assoluti della cinematografia italiana, ce n’è una particolarmente acuta che lo identifica come la storia di un assassinio. L’Italia seria, timida, volenterosa, pervasa di rigore etico e amore per lo studio, rappresentata da Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant), viene prima sedotta e poi “uccisa” dall’Italia cialtrona, caciarona, lazzarona e arrogante di Bruno Cortona, reso immortale da Vittorio Gassman.

E’ un’analisi splendida, metafora di quello che avrebbe potuto essere questo paese e che invece non è stato, perché in quel momento magico, quello del boom economico e sociale dopo la guerra (il film è del 1962) tutto avrebbe potuto cambiare per davvero, tutto avrebbe potuto essere ricostruito secondo criteri rigorosi e la nuova Italia risorta dalle macerie avrebbe potuto con pazienza, lavoro e genialità diventare un paese solido, moderno, meritocratico e solidale. E invece è andata nell’altro modo. E’ il simpaticissimo, insopportabile “italiano medio” Gassman che sopravvive, è il timido e sensibile “italiano diverso” Trintignant che muore, proprio nel momento in cui tradisce la sua natura e incita il compagno di avventura a spingere sull’acceleratore, ad andare sempre più forte, a provare il sorpasso.

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