Il panorama editoriale, si sa, è pieno di fuffa, di robaccia, di analfabetismi conclamati e di demagogie straccione. Su questo campo di gioco, il digitale è un po’ come l’Olanda del 1974, la fa da padrone. Ma anche la carta non scherza affatto. E non è di certo il frutto dei pessimi tempi che stiamo vivendo, signora mia, visto che la superficialità fa parte della natura più intima di questo mestiere.
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