Quando si parla di politica tendiamo sempre a farci affascinare dagli schemi, i retroscena, le tattiche, le strategie, i doppi binari, le convergenze parallele, i cencelli, le filiere, le rendite di posizione, i messaggi cifrati, le alchimie, le conventicole, i consigliori, le eminenze grigie, i pontieri, gli sherpa e bla bla bla…
Ma poi ci si dimentica che, in fondo, gli uomini - e le donne, naturalmente - sono solo uomini. E che le questioni personali contano, anche in un mondo che non prevede questioni personali, perché, come diceva quello là che non era un politico ma che ci vedeva benissimo, le questioni personali non hanno niente a che vedere con gli affari. E invece contano. E pesano. E incidono. Così come gli odi, molto più degli amori, come sempre - l’odio è un sentimento mille volte più potente dell’amore - i livori, i rancori, le frustrazioni e, in questo caso, da una parte la voglia di “uscire dalle fogne”, dall’altra la disperata pulsione a non mollare niente, a tenere tutto, ad aggrapparsi alla poltrona, a morire come Molière, sul palcoscenico, mentre si recita l’ennesimo atto dell’eterna commedia del potere.
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