Mario Bressi ha portato il suo segreto con sé, precipitando dai 96 metri del ponte della Vittoria che unisce Maggio a Cremeno, dopo aver soffocato i suoi due gemelli Diego ed Elena, di dodici anni, che lo seguivano ovunque, in lunghe e impegnative escursioni in montagna. Un sms per avvertire la moglie nella notte, il piano ruminato chissà da quanto tempo per devastare la sua famiglia, e il gesto ultimo di autodistruzione, il volo da un ponte che, ironia della sorte, fu costruito per celebrare la vittoria italiana nella Grande Guerra.
Non ha vinto, Mario Bressi, chi uccide è sempre perdente, ma l’orrore che covava nella sua mente non avrà mai un nome, una spiegazione precisa, un chiaro perché. Il perché non c’è, nessuno può leggere fino in fondo nella mente di un uomo, resta l’uccisione di due bambini felici, che adoravano il padre, come mostrano innumerevoli fotografie postate nella pagina Facebook del loro genitore.
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