Caldaie a cippato e bioenergia: un problema per l’ambiente? La lettera di 650 scienziati da tutto il mondo e i casi comaschi

Energia La possibilità di rendersi indipendenti dalla Co2 grazie alla produzione di bioenergia tramite caldaie a legna ha fatto gola a due territori della provincia di Como, i comuni di Erba e di Canzo. Tanti i dubbi sollevati sui progetti, sulla linea dell’appello di 650 scienziati da tutto il mondo

Produrre energia tramite la legna dei boschi pensando così di ridurre il consumo di gas potrebbe non essere la risposta migliore alla crisi climatica che stiamo vivendo: a spiegarlo è una lettera firmata da più di 650 scienziati di tutto il mondo . La richiesta, contenuta nella lettera che è stata indirizzata ai leader internazionali, compresi Joe Biden per gli Stati Uniti e Rishi Sunak per il Regno Unito, è quella di smettere di bruciare la legna ottenuta con l’abbattimento degli alberi.

I rischi derivanti dall’abbattimento di alberi

Secondo questi scienziati infatti intendere questa produzione di energia come alternativa alle energie fossili è un grande fraintendimento. L’abbattimento degli alberi non solo distrugge habitat essenziali alla sopravvivenza di specie animali e vegetali selvatiche, ma contribuisce anche ad influenzare negativamente il clima. Molti però sono i Paesi che oggi si appoggiano all’energia prodotta tramite la biomassa delle foreste. A leggere le parole degli scienziati che hanno firmato questo testo infatti: «la bioenergia è stata erroneamente considerata a zero emissioni, invece la miglior cosa da fare per aiutare il clima del pianeta e la sua biodiversità - sostengono - è lasciare le foreste così come sono, mentre la produzione di energia tramite biomassa fa esattamente l’opposto».

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