Referendum, si apre ufficialmente la campagna a Sondrio

Il segretario generale della Cgil valtellinese Guglielmo Zamboni: «Abbiamo bisogno di un lavoro tutelato e dignitoso. Dobbiamo arrestare l’esplosione dilagante del precariato, pretendere sicurezza nei luoghi di lavoro e riconoscere pieni diritti a chi vive e lavora qui da anni»

Sondrio

Una mattinata di partecipazione, impegno e musica ha animato questa mattina piazza Teresina Tua Quadrio a Sondrio, dove si è svolto l’evento pubblico promosso dalla Cgil in occasione dell’avvio ufficiale della campagna referendaria «Il voto è la nostra rivolta». L’iniziativa, parte di una mobilitazione nazionale, ha avuto l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza del voto dell’8 e 9 giugno prossimi, quando gli italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari su lavoro, sicurezza e cittadinanza.

La mattinata, organizzata dalla Cgil provinciale, ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, sindacalisti, attivisti e figure pubbliche. Al centro del dibattito, i temi dei cinque quesiti referendari: il reintegro in caso di licenziamento illegittimo nelle aziende con più di 15 dipendenti, il diritto a un equo risarcimento per i lavoratori delle piccole imprese, il contrasto al lavoro precario, il rafforzamento della sicurezza nei luoghi di lavoro e il riconoscimento della cittadinanza a chi, pur essendo cresciuto e formato in Italia, ne è ancora escluso per legge.

«Abbiamo bisogno, nel nostro Paese, di un lavoro tutelato e dignitoso – ha spiegato Guglielmo Zamboni, segretario generale della Cgil di Sondrio –. Dobbiamo arrestare l’esplosione dilagante del precariato, pretendere sicurezza nei luoghi di lavoro e riconoscere pieni diritti a chi vive e lavora qui da anni. Per questo chiediamo alle cittadine e ai cittadini di votare sì a tutti e cinque i quesiti».

Nel corso dell’evento, Zamboni ha ribadito l’importanza del coinvolgimento attivo della popolazione: «Con cinque sì potremo costruire un mondo migliore: più tutele contro i licenziamenti ingiusti, maggiore sicurezza sul lavoro, meno precarietà. E daremo finalmente l’opportunità di accedere alla cittadinanza a chi da anni contribuisce con il proprio lavoro e la propria presenza alla crescita del Paese».

Tra gli interventi più toccanti, quello di Razize Adjiyo Azize, attivista, atleta e metalmeccanico, che ha portato la propria testimonianza personale. «Io mi sento italiano – ha detto dal palco –. Amo questo Paese, ci vivo, ci lavoro. Ma senza cittadinanza non possiamo accedere a concorsi pubblici, non possiamo sognare di fare l’avvocato o lavorare in ospedale. Chiediamo un’opportunità vera, non vogliamo privilegi, solo il riconoscimento del nostro percorso».

Azize ha sottolineato come tanti giovani, pur essendo nati o cresciuti in Italia, siano ancora esclusi da diritti fondamentali solo perché formalmente non cittadini. «Non conta da dove veniamo, ma chi siamo e cosa vogliamo costruire. Ci sono tanti ragazzi che sognano di diventare carabinieri, medici, insegnanti. È ora che lo Stato apra le porte a questi sogni».

All’iniziativa hanno partecipato anche il noto attore teatrale e televisivo Stefano Scherini, l’avvocato e consigliere nazionale del Cai Angelo Schena, e il giovane campione italiano juniores di corsa in montagna Francesco Bongio. La mattinata è stata accompagnata dalla musica energica degli Indaco Rock Band, che ha contribuito a creare un clima di festa e partecipazione collettiva.

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