Linee Lecco - Comune, ritirato il ricorso
Valsecchi attacca: «I cittadini
contribuenti sono stati beffati ancora»

Lecco

Prosegue il percorso di riappacificazione tra Comune di Lecco e Linee Lecco. Giovedì scorso gli avvocati delle due parti si sono presentati di fronte al giudice del tribunale amministrativo regionale per comunicare di aver raggiunto un accordo per quanto riguarda il destino della palazzina della Piccola. Come confermato da palazzo Bovara, il giudice ha preso atto del fatto che è cessato il motivo del contendere tra le parti e che (è la sentenza di ieri) il ricorso è improcedibile. Tutto era partito nel maggio scorso quando palazzo Bovara aveva dichiarato che, a causa di un errore commesso due anni prima dal Comune nell’iter amministrativo, quella palazzina era “abusiva” e quindi doveva essere abbattuta. Contro la successiva ordinanza di demolizione Linee Lecco, partecipata al 100% dal Comune, aveva fatto ricorso ottenendo dal Tar una sospensione del provvedimento in attesa dell’udienza di merito prevista proprio lo scorso giovedì. Accanto al binario giudiziario, tuttavia, questa complessa vicenda ha avuto un importante risvolto “politico”, deflagrato tra agosto e settembre con le dimissioni di Massimo Brini e soprattutto dell’ex presidente Mauro Frigerio, entrambi rappresentanti della maggioranza di centrosinistra, dal consiglio d’amministrazione di Linee Lecco.

Con la nomina del nuovo cda, presieduto da Agnese Massaro, sono ripartite le interlocuzioni che hanno portato alla soluzione. In sostanza, il Comune di Lecco, attraverso una delibera approvata dal consiglio comunale a dicembre, ha acquisito nel suo patrimonio la palazzina della Piccola e, attraverso un cambio di destinazione d’uso, la ha resa conforme alle regole del piano di governo del territorio, sanandone il suo carattere abusivo. È bene ricordare che, assieme al ricorso di Linee Lecco, sono venuti meno anche i ricorsi presentati da Frigerio e dall’ex direttore Salvatore Cappello, agganciati al primo. Spetterà invece al giudice decidere se proseguirà l’ultimo ricorso, quello presentato dall’architetto che aveva progettato la palazzina della Piccola. Nelle scorse settimane Linee Lecco ha provveduto a liberare l’edificio e consegnare le chiavi al Comune. In quella palazzina c’erano solo alcuni mobili nuovi: i server utilizzati dalla società di piazza Bione per la gestione dei parcheggi a pagamento della città sono sempre rimasti negli uffici di Linee Lecco vicino all’ospedale Manzoni. Del resto, la palazzina della Piccola è stata chiusa nel maggio 2023, tre mesi dopo l’inaugurazione.

L’aspetto più rilevante della vicenda, però, è quello finanziario: Linee Lecco ha speso 308mila euro per costruire quell’edificio e prosegue a chiederne il rimborso (proprio perché l’edificio non è stato abbattuto). La questione si lega agli altri nodi ancora sul tavolo: la compensazione debiti/crediti per le opere realizzate in passato da Linee Lecco in funzione della presa in carico della gestione dei parcheggi a pagamento e soprattutto il rinnovo dell’affidamento di questa gestione. Nell’ultimo consiglio comunale il sindaco Mauro Gattinoni ha annunciato che servirà almeno tutto il mese di marzo per risolvere questi problemi. In parallelo, l’amministrazione comunale è chiamata a decidere quale sarà il destino di una palazzina inutilizzata da quasi due anni.

Sulla vicenda è intervenuto il capogruppo di Appello per Lecco, Corrado Valsecchi con una nota: «Oggi ho ricevuto come capogruppo consiliare dal Sindaco il dispositivo del Tar della Lombardia sulla vicenda della palazzina all’ex piccola velocità costata trecentomila euro a Linee Lecco. Il Tar ha disposto che, dopo l’accordo fatto tra Comune e Società del trasporto pubblico è improcedibile entrare nel merito della questione. La società Linee Lecco ha avuto assicurazioni che vedremo se saranno rispettate, nel frattempo nel suo bilancio ci sono trecentomila euro usati per costruire una palazzina che è stata requisita dal Comune per farci non si sa bene che cosa, il nuovo CdA di Linee Lecco si è assunto una bella responsabilità sulla base di promesse verbali fatte da una Giunta in scadenza e al capolinea amministrativo. L’abuso presunto non è più abuso adesso che la proprietà è passata di mano e la cosa più importante che scrive il Tar è che le spese sono compensate. Grazie mille e arrivederci.

Tra Linee Lecco e Comune - prosegue Valsecchi - si sono spesi oltre 65.000 € in spese legali. Su una vicenda dove hanno riso anche i sassi in città. Spese compensate, la gente deve sapere cosa vuol dire ; hanno pagato tutto i contribuenti lecchesi sia la parte del Comune che quella di Linee Lecco ricorrendo, in questo assurdo contenzioso, con l’ausilio di avvocati milanesi di un certo livello. Scrivo perché tutta questa vicenda è stata surreale, scrivo perché oggi, nonostante la sentenza sia già operativa, guardacaso l’ufficio stampa sempre diligente a emettere comunicati stampa su qualsiasi cosa se ne è stato zitto zitto. Mi dicono che il Sindaco ha detto solo qualcosa alla tv locale sulla questione. Ebbene voglio ribadirlo a chiare lettere se il sindaco e la Giunta avessero ascoltato, per una volta, i consigli che gli venivano, in maniera disinteressata, dati da alcuni consiglieri comunali tutto questo si sarebbe potuto evitare, non ci sarebbero state spese compensate, ma un accordo preventivo promosso da delibere congiunte e unitarie in consiglio comunale. Ma all’arroganza e supponenza non c’è rimedio e oggi non ci resta che prendere atto che i cittadini contribuenti sono stati beffati ancora una volta, per uno scontro tutto politico che ha messo contro il Comune alla sua Società partecipata al cento per cento. Speriamo in futuro di non dover più assistere a scempi istituzionali come questa che scrivono pagine indecorose nella storia della nostra comunità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA