Lecco e Como unite? Le associazioni:
«Speriamo si faccia, ci sono vantaggi»

Como - Lecco

I vantaggi dell’unificazione delle province di Como e Lecco sono evidenti per le categorie professionali e gli enti che già hanno sperimentato questo tipo di percorso sui territori: Camera di Commercio Como-Lecco, Cna Lario Brianza e Uil del Lario. La proposta avanzata dal sindaco di Como Alessandro Rapinese, in una mozione depositata in consiglio provinciale, trova antecedenti che permettono di analizzarne ostacoli e risvolti.

«Le Camere di commercio di Como e di Lecco si sono dovute unificare per via di una normativa nel 2019 - spiega il vicepresidente Giuseppe Rasella -. L’esperienza di tenere uniti i due territori che sorgono intorno a un bene comune e indivisibile, il nostro lago, si è rivelata positiva perché abbiamo acquisito una visione complessiva sull’area». Una visione che tiene conto anche delle diversità: «A Lecco c’è la meccatronica, a Como il turismo: il tessuto economico ha sensibilità diverse, ma possono diventare un valore aggiunto, se si fanno dialogare le rispettive eccellenze. Il Politecnico da una parte, l’Insubria e ComoNext dall’altra». Anche perché, la Camera di commercio di Como avrebbe potuto scegliere di unirsi a qualsiasi altro territorio. «Ma non avrebbe avuto senso, come non ha senso ora - ribadisce Rasella - Sì alle collaborazioni, ad esempio con l’asse Milano-Valtellina, in vista delle Olimpiadi. Invece, l’unificazione con Lecco fu fatta perché i due territori condividono molto».

Simili giudizi arrivano anche da Cna Lario e Brianza, il cui presidente, Pasquale Diodato, evidenzia come «i mondi del lavoro di Como e di Lecco, pur con qualche differenza, sono tenuti insieme dal tema del turismo, che merita di essere affrontato condividendo progetti». Il percorso di Cna per unificare Como, Lecco, Monza e, a breve, anche Varese è durato tre anni e ha richiesto step progressivi.

Un valore, quello della progressività, che per Salvatore Monteduro, ora segretario di Uil Lombardia, ma già segretario di Uil del Lario, che sperimentò l’unificazione dei due territori lacustri: «In queste operazioni entrambi gli interlocutori devono essere d’accordo e il presupposto deve essere un vantaggio reciproco, altrimenti è un’annessione. Così diventa più una visione di sé stessi che del bene del territorio». E se anche il metodo non convince - la presidente della provincia di Lecco, Alessandra Hofmann, e il sindaco del capoluogo lecchese Mauro Gattinoni hanno espresso fastidio per la mancata condivisione da parte del sindaco comasco prima della proposta avanzata -, l’obiettivo è da salvaguardare. «I processi di unificazione servono nell’architettura istituzionale complessiva, dai piccoli Comuni alle province -, prosegue Monteduro -. Questo non significa perdere la propria identità, ma valorizzare il locale in un mondo globale».

Tra i temi e i progetti citati che coinvolgono entrambi i territori non mancano quelli che dal turismo sul lago conseguono, come l’elettrificazione della linea ferroviaria Lecco-Como e il potenziamento della Navigazione. A dimostrazione di come le esigenze di Como e Lecco possano essere considerate «simmetriche» (espressione scelta dal presidente di Ance Como, Francesco Molteni, che aveva già auspicato maggiori forme di collaborazione).

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