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Domenica 26 Gennaio 2025
Il sondaggio sul voto a Lecco: Gattinoni non cala, testa a testa con tutti
Esclusiva. I dettagli dell’indagine sulle amministrative commissionata dal centrodestra in vista del 2026. Il sindaco uscente alla pari con Piazza, Boscagli e Riva
Lecco
Che gli esperti di un noto istituto demoscopico nazionale stessero telefonando ai lecchesi nelle ultime settimane, era ormai cosa nota. Del resto, il canonico campione di mille teste usato per realizzare il sondaggio, rendeva pressoché impossibile sfuggire alla legge dei grandi numeri, svelando quindi gli ingranaggi della statistica. Meno noti, però, erano i risultati del sondaggio commissionato da una parte del centrodestra lecchese per tastare il polso del capoluogo in vista delle prossime elezioni nel 2026.
Da questo punto di vista, numeri e contenuti alla mano (è proprio il caso di dirlo, dal momento che il sondaggio in questione è fisicamente tra le mani del nostro quotidiano), le sorprese non sono poche, né trascurabili. Anzitutto, il sondaggio sottoponeva al pubblico lecchese cinque figure più o meno riconducibili al centrodestra locale: il sottosegretario regionale Mauro Piazza, l’imprenditore ed ex presidente di Confindustria Lorenzo Riva, il borgomastro pescatese Dante De Capitani e i due consiglieri comunali Filippo Boscagli (rappresentante di FdI) e Simone Brigatti (più vicino all’area moderata, civica e forzista). Nel possibile confronto a due (quindi in assenza di un terzo polo) con l’attuale sindaco Mauro Gattinoni, nessuno dei cinque finisce con l’imporsi saldamente (superando quindi il 55% di consensi).
Anzi, i due consiglieri comunali finiscono anche per navigare al di sotto del 50%. Considerando l’ampia forchetta che risulta da metodo e campione (il 3,5%), di fatto significa che Gattinoni, al momento, se la gioca alla pari con gran parte dei profili disponibili nel campo del centrodestra. Un elemento confermato anche dai consensi raccolti dalle forze delle due coalizioni, con il centrodestra che raggiunge il 51% e il centrosinistra subito lì al 49%. Considerando le fisiologiche tare statistiche, e l’assenza di un terzo competitor tra le possibili scelte, di fatto è una situazione molto simile al primo turno del 2020, quando Peppino Ciresa sfiorò il 50% e Gattinoni pagò una distanza equivalente al 6% di una lista, Appello per Lecco, comunque riconducibile al campo riformista.
All’interno delle coalizioni, invece, diversi sconvolgimenti rispetto a cinque anni fa. Anzitutto, sull’onda del successo nazionale Fratelli d’Italia è in testa nel centrodestra, la Lega tiene il risultato di 5 anni fa, mentre cala il campo moderato, pur restando salda e vicina alla doppia cifra l’esperienza civica di Lecco Merita di Più – Lecco Ideale. Numeri che, in ogni caso, viaggiano soprattutto sull’inerzia del dato nazionale. Nella galassia riformista lecchese, praticamente scompare il M5S, mentre il Pd riconquista il 30% che tradizionalmente ha in città, stoppando in parte la “cannibalizzazione” delle civiche alleate. Che, in ogni caso, non vanno sotto il 5%.
Tornando ai nomi “sondati” non è un caso che, a sorpresa, risulti tra coloro che possono battere Mauro Gattinoni anche il sindaco di Pescate Dante De Capitani. Il borgomastro, connotato da una spiccata vicinanza ai temi dell’ordine pubblico, fa il paio con il tema più elettoralmente sentito dai lecchesi. Appunto, la sicurezza. Tra gli altri focus che “penalizzano” il credito del sindaco ci sono anche le parole chiave del traffico e dei cantieri. Cantieri che, però, ribalterebbero immediatamente il cosiddetto “sentiment popolare” in caso di inaugurazioni e tagli dei nastri alla vigilia della chiamata alle urne.
Tra i temi giudicati invece positivamente dal campione lecchese, ci sono il lungolago (con un consenso che viaggia oltre il 70%), la Piccola e il turismo in generale, tutti sentiti come “fiori all’occhiello” dell’attuale amministrazione.
Ultima nota degna di attenzione è quella relativa al consenso personale, e quindi al grado di fiducia espresso dal campione direttamente sui singoli nomi. Mauro Gattinoni registra oltre l’85% tra coloro che dichiarano di votare le forze dell’attuale maggioranza e ovviamente scarso credito nella fazione opposta, per una media complessiva del 26% di voti totali di coloro che lo ritengono “adatto a fare il sindaco”. Molti, sull’ordine del 40%, restano in ogni caso indecisi. Discorso diverso per i possibili candidati di centrodestra. Da Mauro Piazza in giù, tutti si collocano a meno della metà del sindaco attuale. La ragione? A differenza di Gattinoni, i candidati di centrodestra pescano consensi solo nel partito di riferimento e calano vistosamente nel gradimento tra gli alleati. A conferma del fatto che una vera unione d’intenti (forse anche più di un nome con tutti i crismi) è la prima voce in agenda dentro il centrodestra lecchese, se l’obiettivo resta quello di riconquistare Palazzo Bovara dopo 16 anni di opposizione.
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