Valsassina, caccia magra. I cinghiali scappano. “Solo” un centinaio di capi abbattuti

Nonostante la loro presenza sia sempre più diffusa, i cacciatori registrano un calo Tra novembre e fine dicembre 50 ungulati in meno del 2021. Il lupo? «Più pericolosi i cani»

Sempre meno cinghiali nel mirino dei cacciatori. I dati sono ancora tutti da confermare ma si parla di un centinaio di abbattimenti da inizio novembre a fine dicembre, contro i centocinquanta del 2021.

Nel comprensorio valsassinese che si allarga dall’altopiano fino al torrente Pioverna e verso Taceno, i cinghiali non sono certo spariti ma o sono diminuiti con meno cucciolate o sono diventati più furbi e hanno imparato a riconoscere i cacciatori.

Il problema resta

Cinghiali che restano un problema considerato che ovunque passano lasciano il segno distruggendo orti, giardini, coltivazioni, e con il rischio che attacchino pure, ma nel periodo venatorio non si sono fatti vedere.

«Nel 2021 erano stati abbattuti sui settantacinque capi in girata, ovvero durante le sessioni di caccia e altrettanti nelle operazioni di selezione», spiega Roberto Combi, presidente del comprensorio caccia Prealpi lecchesi e sindaco di Cassina Valsassina, nonché attento conoscitore del territorio montano.

«Tra novembre e dicembre dell’anno appena passato si parla di meno di cinquanta cinghiali abbattuti in girata, ovvero durante i giri sul territorio, e sia chiaro i cacciatori per abbattere i cinghiali devono avere un particolare permesso così come per gli altri ungulati - prosegue Combi -. Tempo fa si era parlato anche di avvistamento di lupi in Valsassina però sono tutte ipotesi. Potrebbe essere comunque possibile perché i selvatici tendono a colonizzare il territorio e non ci sarebbe di che stupirsi se anche i lupi ci provassero, però allo stesso tempo bisogna fare molta attenzione e non partire subito colpevolizzandoli».

Combi racconta della presenza di cani che girano in branco. «Ci sono cani domestici, che hanno una casa e cibo, ma che a volte riescono a scappare e insieme girano e colpiscono altri animali. Cani che probabilmente da soli non farebbero nulla ma insieme, forse perché si sentono più forti, colpiscono - aggiunge Combi -. Attenzione però ii lupo uccide la preda, la eviscera, poi porta le viscere più lontano e mangia la preda. I cani invece colpiscono e poi lasciano la preda».

Episodi di branchi di cani domestici, ma che una volta liberi sentivano il richiamo della natura facendo emergere il loro lato selvatico, si erano verificati anni fa ai Piani Resinelli.

I pericoli sulle strade

La fauna selvatica resta un pericolo lungo le strade. Nel 2021gli impatti con la fauna selvatica lungo le strade del territorio lecchese sono stati 36, di questi 22 con protagonisti cervi che attraversavano o scorrazzavano lungo le strade, 4 con caprioli e altrettanti con tassi. Sono stati invece 3 i sinistri gli impatti con cinghiali, uno con lepri, e due dove non si è riuscito a definire l’animale selvatico in quanto scappato dopo l’incidente. Questo stando ai dati di Regione Lombardia. Gli incidenti si sono verificati per lo più nell’alto lago, a Colico e dintorni e in Valsassina.

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