Cronaca / Valsassina
Giovedì 31 Dicembre 2015
Una nuova strada per la cabinovia
Bobbio cerca la formula di crescita
L’accordo tra la Comunità montana e il Politecnico per ampliare il posteggio
Lo studio dei docenti considererà vari aspetti: economico, ambientale e logistico
Definiti i dettagli della convenzione tra la Comunità montana ed il Dipartimento di architettura, ingegneria delle costruzioni e ambiente del Politecnico di Milano per una possibile implementazione della stazione sciistica di Bobbio.
Lo studio è stato affidato ad un gruppo di esperti che include i professori Stefano Capolongo e Maddalena Buffoli per le questioni ambientali, Alessandra Oppio per il lato economico e Paolo Beria ed Antonio Laurino per ciò che riguarda i trasporti e durerà circa sessanta giorni.
La stazione sciistica dei Piani di Bobbio è un comprensorio “di prossimità” importante che ha registrato un aumento negli ultimi anni delle presenze e dell’utilizzo delle strutture (rifugi, alberghi, scuole di sci).
La caratteristica è che prevale il turismo di giornata e l’accesso viabilistico alla partenza della cabinovia di Barzio, che ha una portata di 2mila persone-ora, incrementabile del 20% circa, è l’attuale criticità che impedisce un possibile ulteriore aumento delle presenze in relazione alle piste da sci, agli attuali impianti ed alla loro possibile estensione.
Il parcheggio della cabinovia ha una capienza limitata in relazione alla portata dell’impianto, circa 750 auto, ed un accesso precario per le vie strette attraverso il centro di Barzio. Gli sforzi e gli investimenti del comune di Barzio con la creazione di circa mille posti auto decentrati e collegati con navette nei giorni di punta hanno risolto solo parzialmente i problemi. I tempi di accesso all’impianto ed il congestionamento del traffico sul collegamento tra la Sp 62 e Barzio risultano una criticità oggettiva.
«Alla luce delle considerazioni poste, la Comunità montana chiede al Politecnico di approntare uno studio con dati oggettivi e “apporto di idee” - spiega il presidente Carlo Signorelli - per identificare soluzioni al problema. Lo studio dovrà considerare i flussi attuali e possibili, l’impatto ambientale di nuove opere e le ricadute economiche positive e negative di nuove infrastrutture sul territorio e sugli operatori locali. L’accesso alternativo alla stazione di partenza potrebbe essere direttamente dalla Sp 62 a valle, nei comuni di Pasturo e Introbio, con una variante nel comune di Barzio con ipotesi di fattibilità già esistenti e recepimenti nei Pgt dei comuni interessati. Dovranno essere considerati la costruzione di una nuova strada di accesso con relativi parcheggi, un nuovo impianto che colleghi la zona a valle alla stazione di partenza o altre soluzioni tecniche e viabilistiche che possano risolvere i problemi».
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