Strage di pecore in Valsassina. È colpa della lingua blu

È arrivata anche in Valsassina e sta facendo strage di ovini. Il “culicoides”, dittero che misura pochi millimetri, trasmette a pecore, capre e bovini il virus della blue tongue o lingua blu, la febbre catarrale degli ovini.

Regione Lombardia negli anni scorsi aveva approvato piani emergenziali di vaccinazione obbligatoria e gratuita. Ma in questi ultimi anni se vuoi vaccinare le tue pecore devi pagare. E così Valentina Invernizzi, 29 anni, di Pasturo, ma residente a Cassina, agricoltrice vagante, ha avuto una brutta sorpresa l’altro giorno all’alpeggio Alpe Cancedo dove ha portato le sue pecore e le sue capre a brucare. “Io ho un allevamento di ovini e caprini e sono stata colpita da “blue tongue”, la famosa infezione da lingua blu. Anche a Galbiate. Io sono all’alpeggio Alpe Cancedo alla Culmine San Pietro e anche da me è arrivato questo virus portato dall’insettino. Siamo abbandonati a noi stessi. Hanno ammesso che c’è il problema, in Regione, ma non danno sovvenzioni né aiuti. Per un gregge come il mio, piccolo, circa 130 capi si rischia la rovina. Alle pecore si gonfia il labbro, schiumano dalla bocca. Ats tempestivamente è arrivata. Pensava fosse un’intossicazione, ma invece era “blue tongue”.

I veterinari si stanno muovendo e stanno facendo l’impossibile. Ma non basta: Regione deve ristorare i danni e garantire le vaccinazioni gratuite. Non devono più accadere queste cose. Altrimenti prendo le pecore morte e le porto davanti a Palazzo Lombardia”. È il grido d’allarme, e di disperazione, di una giovane donna che ha investito sulla montagna, sull’imprenditoria femminile su tutto quello che sembra favorito, ma poi, agli effetti pratici, una volta iniziato viene lasciato a sé stesso. “Praticamente mi muore un animale al giorno. Rischio la chiusura. Ho 130 animali circa, ma a questi ritmi in poco tempo non ne avrò più molti. Se arrivo a perdere il 30 per cento dei miei animali sarò costretta a chiudere. Io faccio solamente questo lavoro, sono giovane agricoltore, anche se ho le bestie. Sono stata incentivata proprio da Regione ad aprire l’azienda, con 50mila euro da investire sugli animali, ma ora li sto perdendo tutti. Con l’obbligo di tenere aperto almeno cinque anni. Ora sono tre anni che ho aperto, ma mi stanno facendo chiudere. Perché non ci hanno fatto vaccinare gratuitamente le pecore? Sto spendendo tantissimi soldi per curare le mie bestie e faccio tutto da sola”. La beffa è duplice: oltre alla perdita, circa 150 euro a bestia ogni giorno, Valentina deve anche “seppellire” le bestie: “Tutto a carico mio. Per fortuna posso fare l’infossamento e così mi armo di piccone e le seppellisco, autorizzata a farlo da Ats. Ma abbiamo paura di arrivare in stalla a fine alpeggio. A 2mila metri il moscerino non c’è. Ma quando torneremo alle stalle e gli ovini si mischieranno con tutti gli altri, come faremo?”. Da Ats Brianza fanno sapere che, purtroppo, il problema è complesso: per disposizioni europee, comunitarie, e dunque ministeriali (nazionali), ma non regionali, non è prevista la vaccinazione gratuita. Per ora, almeno. Ma la situazione è sotto monitoraggio e potrebbe presto cambiare la risposta del Ministero per arginare questa epidemia che sembra essere propria anche di altre province. Ma bisogna fare in fretta, è il grido che viene dalla Valsassina.

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