Soccorso alpino: in un anno oltre 400 persone salvate, 34 i morti

La XIX Delegazione Lariana del Soccorso Alpino ha continuato anche nel 2024 a salvare vite umane. E a rischiare quella dei propri soccorritori. Con numeri sempre molto alti e che restano stabili nel tempo. Anche lo scorso anno è rimasto in sostanza stabile il numero complessivo di operazioni svolte dai soccorritori della XIX Delegazione Lariana del Cnsas - corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, con un totale di 445 interventi, di cui 34 mortali; 43 gli interventi di ricerca persone disperse.

Marco Anemoli, responsabile della XIX Delegazione Lariana è chiaro sul fatto che l’inesperienza e il pressapochismo in montagna siano molto pericolosi: «Un quinto dei 500 soccorsi ogni anno, ovvero almeno un centinaio, anzi di più, sono persone che perdono orientamento, non riescono ad andare né avanti né indietro, e che sono o mal informate sul percorso, o mal equipaggiate o impreparate. Per questo aumenteremo le occasioni di informazione soprattutto con gli studenti, visto che sono in crescita specie quelli del Politecnico, in montagna».

I soccorritori sono circa 250 in tutta la delegazione ripartiti sulle sette stazioni. E la nota del 2024 è che è differente la tipologia degli incidenti più gravi. Pochi, per esempio, i cercatori di funghi soccorsi: «Siamo stati fortunati – spiega Anemoli – I “fungiatt” sono stati più prudenti. Ma abbiamo avuto purtroppo, però, un paio di decessi per il Base Jumping dal Forcellino (San Martino) che non era un fenomeno che vedevamo dalle nostre parti. E crescono gli infortuni sulle E-Bike, le bici elettriche, che portano in quota chiunque. Chiaramente sul sentiero di discesa è facile perdere il controllo se non si è esperti».

Quel che l’ha fatto da padrone, tra gli incidenti mortali nel 2024, è stato il caldo. «I malori – ammette Anemoli -sono stati più numerosi del solito. Abbiamo operato interventi non solo su anziani, ma anche sui più giovani, anche per assenza di programmazione dell’itinerario che è stato scelto magari tutto esposto al sole, senza fonti d’acqua».

Insomma, il numero di ore messo a disposizione dai soccorritori della XIX Lariana è stato come sempre enorme: 7.346 ore, ovvero quasi 307 giorni consecutivi messi a disposizione da tutti i volontari, in generale. E i tecnici sono stati attivati, a livello individuale, 1.912 volte. Le ore effettuate da medici e infermieri del Cnsas sono state 846. Gli interventi per stazione vedono quella della Valsassina e Valvarrone al top con 130 interventi, seguita da Lecco con 112, Triangolo Lariano con 69, Lario Occidentale e Ceresio 51, Varese 38, Dongo 27, Pavia Oltrepò 18.

Le principali cause degli incidenti, per numero di persone soccorse, sono dovute a caduta (123), perdita orientamento (92), malore (69), scivolata (54), incapacità (25), sfinimento (14), precipitazione (12), ritardo (8). Per tipo di attività, risultano soccorsi 268 escursionisti e 36 alpinisti a dimostrazione che l’esperienza e la competenza riducono il rischio; residenza in alpeggio 26, cercatori di funghi 21, mountain-bike 18, arrampicata sportiva 12, 8 ferrata, 7 parapendio. Le persone soccorse sono soprattutto italiane (435 su 509); maschi 378, femmine 131. Significativo anche il fatto che numerose persone soccorse non risultino essere iscritte al Cai.

Il raffronto con gli anni precedenti è simile: nel 445 gli interventi totali (34 mortali); e 509 le persone soccorse. Nel 2023 erano stati 447 gli interventi (27 mortali); persone soccorse 478; nel 2022, 487 gli interventi (35 mortali); persone soccorse 483; nel 2021 433 gli interventi (31 mortali); e nel 2020 forse il dato più incredibile visto che da marzo si rimase tutti in lockdown: in meno di tre mesi 416 totali (31 mortali

© RIPRODUZIONE RISERVATA