Rischia di soffocare durante Cortenova-Foppenico, giocatore salvato dal compagno di squadra

Il 27enne Sahabou Guebre eroe per un giorno. Il compagno di squadra rimane a terra dopo uno scontro con un avversario, rischiando di soffocare. Guebre mette in pratica con lucidità la manovra imparata nel corso di primo soccorso e gli salva la vita. «Momenti di grande tensione ed emozione»

La gara di domenica a Cortenova se la ricorderanno a lungo due giocatori del Foppenico. Stiamo parlando del campionato lecchese di Seconda categoria e del match tra la formazione di casa e i calolziesi e dell’episodio che ha visto protagonisti Christian Balossi e Sahabou Guebre, entrambi difensori, con il primo letteralmente salvato in campo dal secondo. Eroe per un giorno, questo è quanto il destino ha riservato a Sahabou, classe ’97 originario del Burkina Faso e in Italia, per la precisione a Olginate, da dieci anni.

A raccontare l’accaduto è lui stesso: «Era circa metà del secondo tempo, stavamo perdendo 1-0 e sugli sviluppi di una punizione per noi, Christian è saltato e si è scontrato di testa con un avversario». Sembra una normale dinamica di gioco, come se ne vedono ripetutamente in ogni partita, ma stavolta l’epilogo non è stato drammatico solo grazie al coraggio e alla lucidità di Guebre. «Io, come al solito, sono rimasto a centrocampo a difendere eventuali contropiedi. Subito dopo la caduta ci siamo resi conto tutti quanti che qualcosa non andava perché Christian non si muoveva più. Il nostro capitano si è messo subito a chiamare aiuto e sono corso verso di loro per vedere com’era la situazione».

Attimi di panico in campo, ma Guebre resta lucido e non perde la calma: «Era a pancia in su e l’ho fatto subito girare di fianco perché quella è la posizione in cui dicono sempre di mettere chi si trova in una situazione del genere. La bocca era serrata e nessuno riusciva ad aprirla. Ho visto che c’era una piccola fessura di lato e così ho infilato il dito. Da lì sono riuscito ad aprirgli i denti, mentre gli altri tenevano ferma la testa. In qualche modo gli ho preso la lingua che era girata verso la gola e l’ho rimessa nella posizione naturale per evitare che soffocasse». Ed è proprio quel momento che Balossi riprende conoscenza: «È bastato far passare un po’ d’aria e si è subito ripreso scongiurando il peggio. Lo abbiamo portato in panchina, lui era ovviamente un po’ intontito e non si ricordava bene quello che era successo. Mentre aspettavamo l’ambulanza gli è stato raccontato l’accaduto e la situazione è tornata alla normalità».

Partita finita per Balossi, ma anche per Guebre. «Non appena ho realizzato quello che era successo mi sono messo a piangere e non me la sono sentita di proseguire la partita così ho chiesto il cambio. Sono stati momenti pieni di tensione ed emozione». Eroe per un giorno dicevamo, ma Sahabou, che nella vita di tutti i giorni lavora come operaio al Mollificio Sant’Ambrogio di Cisano Bergamasco, non è nuovo a questo tipo di imprese: «Oltre a giocare, faccio anche l’allenatore nelle giovanili del Foppenico e nel corso per conseguire il patentino Uefa C ho studiato anche nozioni di primo soccorso che mi sono tornate utili già due volte in ambito lavorativo. Questa è stata la terza volta che mi sono trovato in una situazione del genere».

Per Balossi nessuna conseguenza particolare, portato comunque in ospedale per gli accertamenti del caso è infatti tornato a casa già nella serata di domenica.

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