Cronaca / Valsassina
Martedì 07 Gennaio 2025
Piani di Bobbio, più di ottantamila presenze sulle piste nelle feste di Natale
Più di ottantamila presenze sulle piste di Bobbio nelle feste di Natale. I racconti dei maestri di sci, degli addetti ai lavori e dei rifugisti sono unanimi: dal 26 dicembre al 6 gennaio, si è sfiorata una media di 7mila passaggi in funivia che, in alcuni giorni, soprattutto in questi primi di gennaio, ha sfiorato i 7,500 visitatori.
Una media che porta a valutare in circa 84mila i visitatori dei Piani di Bobbio nel solo periodo Santo Stefano-Epifania. Se ci mettiamo, però, le altre migliaia di sciatori, appassionati della neve (pochissima in verità, se non sulle piste), famiglie, compagnie, curiosi ed escursionisti della domenica che si sono avventurati fino a Bobbio dal ponte dell’Immacolata a ieri, il numero di presenze totali supera sicuramente le centomila. Avevamo, infatti, sondato, dall’8 dicembre in poi, a impianti aperti, il flusso di visitatori e ne avevamo ricavato una media di 2-3mila visitatori a giornata.
I conti sono presto fatti: anche a stare bassi, diciotto giorni di apertura prima del 26 dicembre hanno portato dai 20 ai 30mila visitatori a Bobbio. Ai quali bisogna poi aggiungere il vero e proprio “boom” degli ultimi giorni festivi.
Eugenia Rupani, gestore del rifugio Lecco è contenta: «Bel tempo e piste perfettamente innevate. C’è sempre stata gente. Poi è arrivata anche la neve e la stagione sta andando avanti benissimo. La settimana dell’Epifania è stata molto buona: dopo l’1 gennaio c’è sempre stata gente. Arrivavano soprattutto tanti stranieri olandesi, sudamericani, anche cinesi… gente che abita in Lombardia, comunque, visto che parlavano italiano. E poi i soliti, tantissimi, milanesi. È stato proprio un ottimo inizio d’anno».
Al Rifugio Ratti-Cassin, poi, a due passi dalla funivia, Jacopo Peccati, gestore rifugista insieme a Francantonio “Popo” Corti è entusiasta: «Le vacanze? Sono andate alla grande. Il rifugio è strutturato da quindici anni per il target della gente che vuole la montagna a queste altitudini, con mentalità da rifugio, ma al passo con i tempi: famiglie, compagnie, alpinisti ma anche gente che ha preso per la prima volta la funivia. Per noi è meglio il bel tempo che la neve abbondante. Giornate “calde” per il periodo, splendide, numeri importanti. Tanti stranieri, tanti extracomunitari dalla Brianza, poi tanti da Bergamo, Como, Milano. L’80 per cento è comunque costituito da locali e italiani che vogliono spendere meno non andando lontano. Siamo molto soddisfatti».
Anche al Rifugio Campelli Leonardo Tagliaferri, da sette anni gestore, è convinto che il risultato ottenuto è merito dell’innevamento artificiale e del bel tempo: «Il nostro resoconto è del tutto positivo, nonostante la poca neve. Ma qui si dice in dialetto “Des sghei ma bel temp”, ovvero “dieci centimetri (di neve) ma bel tempo”, per assicurare il successo.
E così è stato. Il giorno più intenso? Il 26 dicembre, ma anche il 27 e 28. E poi i primi di gennaio. Davvero tantissima gente. E non tutti sciavano: con il passare degli anni si è andata riempiendo l’area bob e l’area giochi. Comunque senza l’innevamento artificiale, non avremmo aperto quest’anno. A livello lavorativo e imprenditoriale, i cannoni hanno salvato la stagione, anzi l’hanno rilanciata».
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