Pagnona: posate quattro Pietre d’inciampo per i deportati di Flossenburg

Le Pietre d’inciampo ricordano Martino Giuseppe Brumana, Adriano Buttera, Giuseppe Nazaro Losma ed Aldo Felice Tagliaferri, morti nel sottocampo di concentramento di Hersbruk tra il 1944 e 1945

Pagnona

Con la posa delle quattro Pietre d’inciampo, davanti al monumento ai Caduti, oggi si è celebrato anche quel funerale che i quattro deportati nei campi di concentramento di Flossenburg, Martino Giuseppe Brumana, Adriano Buttera, Giuseppe Nazaro Losma ed Aldo Felice Tagliaferri, non hanno mai avuto dopo la morte avventura nel sottocampo di Hersbruk tra il 1944 e 1945.

Una cerimonia partecipata e sentita aperta dal sindaco Martino Colombo, particolarmente emozionato poiché uno dei deportati era sua nonno. «Affinché rimanga viva la loro memoria li ricordiamo qui dove abitavano. Mettere la Pietra d’inciampo – ha sottolineato – ha un significato importante. Basta che anche uno solo passando guardi e rifletta su quello che è successo perché queste tragedie non succedano più e la memoria diffusa ad il sacrificio rimangano perennemente nel tempo». Il Comune ed il gruppo Alpini hanno organizzato il momento con la sezione Anpi della Valsassina ed il suo presidente Angelo Pavoni ha ricordato il grande significato di questi piccoli ma potenti simboli. Oggi le Pietre sono una luce che illumina il nostro cammino, le responsabilità ed il nostro impegno a portare il ricordo perché nelle azioni la vera memoria trova il loro significato».

Il capogruppo degli Alpini Amos Tagliaferri ha ribadito «il gesto semplice ma potente per riflettere sul nostro passato. Le Pietre sono simbolo di una storia che non dobbiamo e possiamo dimenticare».

I parenti dei deportati hanno portato alcune testimonianze dei momenti vissuti dalle famiglie , dopo il rastrellamento del 2 luglio 1944 all’alpe Vesina di Pagnona, da parte delle Brigate nere e dalle Ss che ha portato via per sempre i loro cari. Il gruppo “Cantar Resistenza” ha eseguito diversi canti durante la cerimonia presentata da Augusto Giuseppe Amanti, a cui si deve il lavoro di ricerca dei documenti di ciascuno dei deportati e le pratiche per ottenere le Pietre d’inciampo presentate ed accolte dall’artista tedesco Gunter Demnig che la ha inventate.

Amanti ha ricordato quanto Pagnona, con i suoi 500 abitanti circa, ha pagato nelle vicende della Seconda guerra mondiale con il più giovane caduto della Valsassina Ermenegildo Tagliaferri morto a 15 anni appena compiuti, il più giovane deportato Francesco Tagliaferri a 16 anni, 36 deportati, di cui 6 morti in Germania, e 18 Caduti. Il prefetto Sergio Pomponio ha posto l’accento sul «senso di comunità e appartenenza molto più forte che un altre zone» che ha mosso questi accanimenti qui piuttosto che altrove «pagando l’elevato prezzo della guerra e della sopraffazione. La storia che lasciano le persone è un piccolo apporto nel cammino dell’umanità».

na alla volta le Pietre sono stato posate ai piedi del monumento ed il parroco don Matteo Albani le ha benedette in chiusura della cerimonia.

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