Cronaca / Valsassina
Mercoledì 12 Maggio 2021
Moggio vince la guerra delle antenne
La Corte d’Appello mette fine al caso
La storia Il Comune può usare gratis l’area di proprietà di Cassina per 99 anni, incassando i diritti Secondo i giudici sono regolari anche impianti telefonici e piattaforme televisive come Netflix
Il Comune di Moggio vince la guerra delle antenne contro il Comune di Cassina anche in Appello.
È delle scorse ore la sentenza che decreta che Moggio può usare gratis l’area di proprietà di Cassina Valsassina per 99 anni incassando le royalties (circa 70mila euro all’anno) dalle compagnie telefoniche, non versando nemmeno un euro al paese vicino.
La causa
La causa, riassunta davanti alla Corte d’Appello di Milano dopo che, nel novembre 2019, il Tribunale di Lecco, nella persona del giudice Federica Trovò, aveva dato ragione a Moggio, riguarda un atto di costituzione nel maggio 1998 di diritto di superficie a titolo gratuito in favore di Moggio su un’area di proprietà del Comune di Cassina; in pratica Cassina aveva autorizzato per quasi un secolo i vicini di Moggio a costruire sul terreno una cabina per la ripetizione televisiva e a interrare cavi.
Poi però Cassina ha citato in giudizio Moggio, chiedendo che la convenzione venisse dichiarata nulla, inefficace o invalida o di accertare il diritto alla risoluzione della stessa o, almeno, di ridurre a equità il contratto prevedendo un corrispettivo a proprio favore. Oggetto di giudizio era stata la questione se Moggio potesse installare sull’area anche antenne di telefonia, come ha fatto, percependo, dal 2001, 375mila euro. Dopo che il Tar della Lombardia aveva dichiarato la propria incompetenza a giudicare, la “palla” era passata al Tribunale di Lecco: la questione era stata risolta in maniera positiva per Moggio poiché i vicini di Cassina erano sempre stato messi a conoscenza degli interventi (anche autorizzati, peraltro) sull’area.
La motivazione
Ora la nuova vittoria dell’avvocato Umberto Grella, nominato dal Comune di Moggio. Moggio può utilizzare il terreno anche per gli impianti di telefonia. I giudici di secondo grado spiegano che il contratto sottoscritto tra i due enti non ha mai escluso l’installazione di impianti di pubblica utilità come quelli telefonici. «Anche perché l’utilizzo dati per piattaforme televisive come Netflix, espressamente citata nella sentenza, - dice l’avvocato - consente altri servizi di pubblica utilità. Ora il Comune di Cassina potrebbe proporre ricorso in Cassazione ma, con una sentenza così motivata, sarebbe un suicidio giuridico.»
© RIPRODUZIONE RISERVATA