Cronaca / Valsassina
Mercoledì 11 Agosto 2021
Lecco. «Mancano elettricisti
Imprese frenate nella crescita»
L’allarme del titolare della Proget di Introbio: «I ragazzi puntano su elettronica e informatica pochi in questo indirizzo: al Badoni solo sette diplomati»
«L’attenzione dei giovani, quando scelgono la strada da intraprendere per costruirsi un futuro, è sempre più rivolta all’elettronica e all’informatica, pochi ormai optano per gli indirizzi elettrotecnici. Ogni apparecchiatura, però, per funzionare ha bisogno dell’alimentazione: anche lo smartphone più avanzato necessita di energia. E avanti di questo passo riuscire a garantirla potrebbe diventare un problema serio».
La scarsa disponibilità di risorse umane con competenze tecniche investe ormai quasi tutti i settori. Quello del comparto elettrotecnico non fa eccezione, come rileva Gianfranco Magni, titolare dell’azienda Proget srl di Introbio, fondatore e a lungo presidente del Collegio dei periti industriali e periti industriali laureati di Lecco.
Come ricordava Il Sole 24 Ore, in Italia le aziende sono a caccia di 1,2 milioni di lavoratori (dati Excelsior – Unioncamere per il periodo agosto-ottobre) negli ambiti più disparati: si va dalla logistica alle costruzioni, dai trasporti al turismo. Ma di addetti con le competenze giuste per andare a coprire le posizioni aperte se ne trovano a fatica.
È un problema che investe direttamente anche il tessuto economico lecchese, dove le imprese scontano difficoltà importanti, al punto da condizionarne – spesso in modo pesante – anche le possibilità di ulteriore sviluppo. Vale, il discorso relativo alla carenza di personale, anche per il settore dell’impiantistica.
«Il futuro – attacca Magni - è elettrico: le previsioni di Enea dicono che i consumi di energia elettrica nel decennio aumenteranno di oltre il 20% e questo trend abbiamo già iniziato a registrarlo. Saremo chiamati a un lavoro assolutamente importante sotto diversi aspetti, dalla domotica all’automazione al riscaldamento, fino alle rinnovabili (alle quali sono destinati 6 miliardi del Pnrr), per non parlare delle auto elettriche. Servirà quindi, nel complesso, una affidabilità degli impianti ancora maggiore rispetto a quella attuale, anche perché se fino a qualche anno fa un blackout si sopportava tutto sommato senza grossi problemi, adesso si blocca tutto».
In soldoni, la dipendenza dal fabbisogno elettrico è destinata ad accentuarsi ulteriormente e in modo marcato. Si va quindi incontro a un incremento di progettazione e realizzazione dei sistemi, sempre più articolati e complessi. E qui si riscontra la fragilità del tessuto lecchese (e nazionale) in relazione alle risorse umane.
«Il problema – aggiunge l’imprenditore – è legato al reperimento di addetti con le competenze adatte. Sempre meno ragazzi scelgono di fare l’elettrotecnico: tutti optano per informatica ed elettronica. Ma la disponibilità di energia è determinante, e non è un’esagerazione. Dall’istituto Badoni quest’anno sono usciti 7 elettrotecnici a fronte di una cinquantina di diplomati in informatica e automazione. Sette: un numero assolutamente insufficiente rispetto alle esigenze delle imprese: in quest’ottica anche Industria 4.0 risulta un concetto vuoto, se alle spalle non c’è la possibilità di garantire adeguata progettazione e professionalità».
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