Cronaca / Valsassina
Mercoledì 23 Novembre 2016
Lecco. L’artigianato cresce
sui mercati esteri
Il rapporto, Daniele Riva: «I piccoli imprenditori lavorano con ostinazione per agganciare le ripresa»
Un terzo delle imprese lecchesi è artigiano: 8.899 al terzo trimestre 2016, con un lieve aumento (+4) rispetto all’inizio dell’anno. È uno dei tantissimi dati che costituiscono il “Rapporto 2016 – Artigianato e piccole imprese”, istantanea di un comparto che nonostante sconti ancora pesanti difficoltà legate alla crisi degli ultimi anni può guardare con un minimo di ottimismo al futuro.
«L’economia lecchese si trova in una fase che ci sta costringendo a riformulare gran parte dei nostri modelli produttivi, organizzativi e commerciali – ha commentato il presidente di Confartigianato Lecco, Daniele Riva -. I piccoli imprenditori stanno facendo la loro parte con grande inventiva e ostinazione e con grandi sacrifici in termini di tempo e di investimenti economici, sfruttando e adattando alle rapide trasformazioni il loro grande patrimonio di conoscenze tecniche e di valori umani».
Il rapporto rende di fatto «un’immagine di sostanziale stallo ma anche diversi motivi di fiducia, specialmente per le aziende che hanno innovato, si sono strutturate più solidamente, hanno cercato sinergie di rete, si sono affacciate sui mercati internazionali. Ad esempio, leggendo i numeri relativi alle vendite all’estero dei prodotti made in Lecco, si scopre che nel corso degli ultimi 12 mesi sono in notevole salita rispetto all’anno passato».
In questo senso, le vendite complessive verso l’estero dei prodotti made in Lecco negli ultimi 12 mesi ammontano a 4,1 miliardi di euro, con un saldo positivo di 7,4 punti percentuali. Le destinazioni sono prevalentemente europee (67%) e vedono in testa Germania (24,3%) e Francia (10,5%). Importante anche la quota di merci che parte per gli Usa (6,5%) e proprio per questo l’avvento di Trump alla Casa Bianca è guardato con timore dall’imprenditoria lecchese. I mercati verso i quali l’export aumenta di più sono Ungheria (57,3%) e Cina (29,6%), mentre crolla la Russia (-37,8%).
Ma nel Rapporto i dati ed i rilievi sono veramente numerosi e riguardano una lunga serie di elementi. «Si tratta di cifre da utilizzare come riferimento per capire come sta cambiando l’economia della nostra provincia e poter mettere in campo con tempestività proposte adeguate, coinvolgendo tutti i soggetti del tessuto istituzionale e imprenditoriale».
A questo proposito, infatti, tra i rilievi c’è anche quello relativo alla fiscalità locale, inquadrata Comune per Comune con l’analisi dell’addizionale comunale Irpef. Per l’intera Provincia è stata riscontrata un’aliquota effettiva media pari allo 0,455%. In questo quadro, le amministrazioni che attuano una pressione minore sono Cortenova (0,01%), Sirone (0,011%) e Casargo (0,012%). Sul lato opposto della classifica, Vestreno (0,791%) Lomagna (0,787%), Olgiate (0,785%).
© RIPRODUZIONE RISERVATA