Introbio: il capannone abusivo sarà destinato alle associazioni

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La sentenza del 10 ottobre 2023 ha messo fine all’annosa vicenda dell’abuso edilizio di via alla Prade 16, il famosi “capannone Mariani”, a distanza di trent’anni.

Ora il Comune potrà finalmente entrare in possesso della struttura, destinandola ad alcune associazioni.

A maggio del 1999 la proprietà era stata condannata alla demolizione dalla Procura della Repubblica di Milano e dal Provveditorato interregionale delle opere pubbliche ed era stato addirittura incaricato il Genio civile di mettere in atto la sentenza ma una sequela di ricorsi e contro ricorsi hanno trascinato la vicenda fino ad oggi.

Il sindaco Adriano Airoldi ha incontrato il Procuratore ed è stata concordata una più utile e corretta soluzione: la destinazione ad uso pubblico.

«Ersaf, che deve fare lavori sulla Troggia per sei mesi per la pulizia degli argini, ha chiesto degli spazi, l’Antincendio comunale sta stretto nell’attuale sede e la Comunità montana ha bisogno spazi per la Protezione civile. Ho fatto valutare le richieste al Procuratore. – ha detto Airoldi nel passaggio in consiglio comunale – Ora con un avvocato si andrà ad una mediazione con la proprietà, sia per il capannone da 600 metri quadrati che per le pertinenze, di altri 600 metri circa».

La soluzione positiva è però stata oggetto di polemica da parte della minoranza, pur d’accordo sull’utilizzo pubblico: «Va bene, però – ha dichiarato Lino Artusi – cosa costa metterci le associazioni che non pagano niente? È stata verificata l’entità dei lavori da fare?».

Airoldi ha risposto di non avere dati quindi la minoranza ha ritenuto che così non poteva votare, chiedendo il rinvio del punto, non concesso dal sindaco.

«Se c’era tanta urgenza, si doveva dire subito. Alla conferenza dei capigruppo – ha replicato Artusi – c’erano undici punti, poi è stato aggiunto questo. Siamo già stati corretti a venire in consiglio».

Airoldi si è accollato la responsabilità: «Ci tenevo a che la vicenda finisse al più presto. Se non veniva messo in questo consiglio, poteva passare ancora un mese. Senza questa delibera non posso andare dalla proprietà con il mediatore. Ho mandato una copia della delibera al Procuratore – ha concluso - ed è ritornata all’ultimo momento. Ho preteso io che venisse messo all’ordine del giorno».

Non contento, Artusi ha fatto notare che «l’incontro con il Procuratore è avvenuto qualche mese fa e le richieste delle associazioni sono del 23 febbraio».

L’intricata vicenda risale al 18 luglio 1995: l’ampliamento di 150 metri quadrati autorizzato alla ditta Mariani è diventato di 670 metri oltre ad una tettoia, con il fabbricato spuntato in due giorni, approfittando della contemporanea assenza del sindaco e del suo vice.

A seguito dell’ordinanza di demolizione, sono iniziati i ricorsi che hanno impegnato circa 140mila euro di risorse del Comune.

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