Il ritorno a casa, poi un altro ricovero. Premana fa il tifo per Michele

L’abbraccio Campane a festa e tanti amici martedì sera per accogliere il giovane allevatore. Era rientrato dopo il trapianto di cuore e 600 giorni in ospedale. Ma ieri notte non è stato bene

Le campane a festa hanno suonato martedì sera quando Michele Gianola, classe 1996, è ritornato a Premana dopo 600 giorni di ricovero in ospedale ed avere subito un trapianto di cuore.La gioia è stata però di breve durata. Perché durante la prima notte a casa ha purtroppo avuto alcuni problemi che hanno costretto i genitori a chiamare ieri mattina l’ambulanza per portarlo nuovamente a Bergamo, dove è stato in cura, per i necessari accertamenti.

Poco dopo le 11 l’elisoccorso lo ha prelevato ed è volato al “Papa Giovanni XXIII”. Tutto il paese tifa ancora per lui, sperando che non si tratti di nulla di grave e possa rientrare al più presto a casa. «Ha avuto dei problemi, questa notte – hanno spiegato ieri i genitori Ferdinando e Liliana, in partenza per la città orobica – Forse è stato un po’ il freddo della sera. Speriamo che non venga ricoverato ancora».

Martedì ad attenderlo c’erano anche tanti amici e coscritti che hanno voluto dare l’accoglienza al loro “guerriero” con campanacci e qualche piccolo fuoco d’artificio. Appena sceso dalla macchina, con la mascherina di protezione, è stato accolto con calore da tutti ed è andato incontro al fratello Simone per l’abbraccio tra gli applausi di tutti.

Un momento di gioia collettiva che ha dimostrato come la comunità premanese sia capace di grande solidarietà nello stringersi attorno nel momento del bisogno.

Sono stati mesi lunghi da passare_ prima per il decorso dell’operazione di trapianto ben riuscita poi per le cure che hanno richiesto tempi lunghi anche per le varie vicissitudini che Michele ha dovuto affrontare in seguito, sempre però con grande forza di volontà, che hanno prolungato al degenza in ospedale e poi in città per potere sottoporsi più facilmente ai controlli ed alle cure.

Il 24 novembre scorso a Michele, che è un giovane allevatore di capre, era stato assegnato il Premio “Ransciga 2024 – Giulio Selva”, nell’ambito della XXXIII edizione della Mostra regionale della capra orobica, ritirato dal papà Ferdinando che aveva annunciato che era prossimo il ritorno a casa del figlio.

«Per la passione che è andata ben oltre le difficoltà e gli ostacoli della vita», recitava la motivazione a riconoscimento di ciò che Michele ha sempre fatto pur avendo il grosso problema congenito, un premio che ha voluto sottolineare quanto passione e coraggio di perseguire una passione possano aiutare ed essere di esempio per tanti altro,

Un anno fa la zia Alessandra Rusconi aveva consegnato il “ciocott” dipinto con il ritratto di Michele e la sua Merlo: il «vecchio te», come lo aveva definito per fare gli auguri di una «buona nuova vita» al grande guerriero che aveva combattuto tante battaglie, uscendone sempre vincitore grazie anche all’aiuto di mamma, papà e del fratello.

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