Cronaca / Valsassina
Giovedì 20 Agosto 2015
Il passato della Valsassina ha un futuro
Restaurata e restituita la vecchia casera
Due eventi domani alla tradizionale benedizione della croce sull’alpeggio di Intelco. La fine dei lavori e il decennale dell’associazione “Le nostre radici” che ha recuperato siti e riti
La tradizionale benedizione della croce sull’alpeggio di Intelco, in programma domani, si arricchisce di due eventi, la fine dei lavori di restauro esterno della vecchia casera ed il decennale dell’associazione “Le nostre radici” di Indovero e Narro.
Il restauro è solo l’ultimo degli interventi migliorativi che l’associazione presieduta da Maria Pasquini ha eseguito su strutture fatiscenti che sono poi state restituite all’uso pubblico.
Da sottolineare quindi la collaborazione con l’ente locale ed altri enti pubblici, ma soprattutto il lavoro ed il contributo dei soci, degli amici e dei sostenitori.
Nel caso della casera sono stati rifatti il tetto e l’esterno mentre sono da completare la parte interna per poterla restituire ai fini sociali per i quali fu costruita in anni lontani.
Allo stesso modo, l’ex scuola elementare di Indovero e Narro che è stata trasformata in sala polivalente, dell’ex latteria di Indovero che oggi ospita la biblioteca e la cappella della Natività di Narro che è stata restaurata.Frutti dell’intensa attività dell’associazione che organizza anche micro attività di animazione e manutenzione degli spazi pubblici di Indovero. Intelco è l’alpeggio di Indovero dove fino a cinquant’anni fa giovani e bambini passavano le vacanze: i “montaneri”, ossia le ragazze che stavano una settimana sui monti, avevano il compito di badare alle mucche ed i bambini coadiuvavano gli adulti nel compito di “scascin”, ad inquadrare la mandria.
Dopo la rituale recita del rosario i giovani si ritrovavano “sul doss” a cantare e nella notte stellata si sentivano le voci limpide della donne dell’alpeggio, la Caterina, la Margherita, la Lena. Di tanto in tanto chi aveva la voce più potente lanciava “on gicol”, un grido modulato secondo il canone tradizionale e dopo pochi istanti c’era una voce che rispondeva. “Ol restas” era un modo un po’ beffardo di sentirsi in contatto con gli altri, una specie di Facebook lanciato nell’aria notturna. Uno spaccato di vita del passato che ruotava attorno alla casera che oggi rivive grazie all’associazione.
Domani la festa in alpeggio prevede il pranzo a base di polenta taragna, costine e salsicce.
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