Cronaca / Valsassina
Mercoledì 16 Settembre 2015
Gli artigiani lecchesi guidano
le classifiche delle esportazioni
La propensione all’export è del 42,8%, il caso della “Fazzini Ilario” di Premana: «La frenata della domanda interna ci obbliga a cercare nuovi clienti»
Le imprese artigiane cercano nuove strade per vendere all’estero. Lo spiega l’ultimo rapporto presentato nei giorni scorsi da Confartigianato nazionale che nell’analisi dei territori mostra fra l’altro come l’esercito delle Mpmi lecchesi (non solo artigiane) nel 2014 abbiano realizzato 3,7 miliardi di euro per merci vendite in gran parte (67,3%) in Unione europea e con una leggera crescita (+0,1%) rispetto all’anno precedente.
Inoltre, le più piccole a Lecco anche nelle difficoltà della crisi mostrano una propensione all’export pari al 42,8% contro il 32,6 della media regionale.
Fra le artigiane, spiega Paolo Grieco che nell’ufficio estero gestito in condominio con Api è responsabile per Confartigianato, le più strutturate hanno ormai da tempo inserito l’estero nella loro gestione commerciale, «ma ora – spiega Grieco – sono sempre più numerose anche le piccolissime che ci chiedono assistenza per muovere i primi passi. È proprio di oggi – aggiunge – l’arrivo del primo ordine di un’azienda che si è rivolta a noi nel maggio scorso per sperimentare i mercati esteri».
L’azienda è la “Fazzini Ilario”, che a Premana fabbrica lame monouso per podologia ma anche le strutture dei rasoi da barba su cui con l’uso vengono abitualmente montate le lamette di grandi marche di settore.
L’azienda è ultracentenaria (nasce nel 1882), a gestione totalmente famigliare (con Fazzini lavorano i due figli di 23 e 33 anni) e ipercertificata. Aderisce al marchio di qualità (non al consorzio) Premana e due anni fa ha ottenuto la certificazione europea per le lame visto che il suo prodotto è parificato a un presidio medicale.
Ora, col mercato interno che fatica e l’estero che fa concorrenza a basso prezzo, Fazzini ha deciso di investire sull’estero: «Ho sempre venduto in Italia – spiega l’artigiano – con l’aggiunta di un cliente francese che ci faceva un paio di ordini l’anno. Fino a qualche anno fa avevamo molto lavoro, non ci era necessario guardare all’estero, ma ora le cose sono cambiate, a iniziare da quando recentemente abbiamo deciso di sospendere la fornitura a un cliente che faceva ordinativi interessanti ma a un certo punto ha smesso di pagare».
Sui due tipi di produzione da qualche tempo l’azienda ha diminuito quello delle lame e raddoppiato quello dei rasoi: «Ieri sulle lame è arrivato il primo ordine estero, tuttavia sui rasoi stiamo lavorando bene. Commercialmente è un buon momento per gli articoli da barba particolarmente curati. E noi i nostri li produciamo insieme a un artigiano del legno di Monte Marenzo».
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