Giallo di Cassina, sgomento in paese: «Tragedia inimmaginabile»

“Nessuno avrebbe mai potuto immaginarsi una cosa simile”. Gianbattista Fanciotti è una vera e propria istituzione a Cassina, piccolo comune da cinquecento anime sull’altipiano valsassinese. Gianbattista gestisce l’unica panetteria del centro, uno di quei servizi fondamentali per tenere in vita comunità montane altrimenti a forte rischio spopolamento. “Veniva qui a fare la spesa – racconta il panettiere - Era una persona tranquilla e silenziosa. Stava sulle sue, era poco espansivo. La madre era nativa di Cassina. Erano tornati qui da qualche mese. Era una persona tranquilla, una brava persona. SI occupava tanto dei figli. Siamo stupiti e increduli”.

A poca distanza, Giuseppe si avvicina alla soglia di casa. Sulle spalle porta un grande sacco ricolmo di legna, probabilmente destinata al camino. “Conosco i fratelli della signora. – racconta l’anziano – So chi è lei perché andavamo a scuola insieme da bambini. Da quando erano tornati qui però, si vedevano poco. Il figlio non so chi sia, l’avrò visto una volta di sfuggita. Il nostro è un paese così tranquillo”. Solo una parte dei fratelli e delle sorelle di Margherita Colombo, conosciuti in paese, risiede ancora a Cassina. Gli altri si erano trasferiti tra Cremeno e Primaluna.

“Gli anziani del paese – racconta Andrea, ottantenne – avevano fatto le scuole con la signora Colombo. Poi lei quando si era sposata si era trasferita a Primaluna. Tre mesi fa sono tornati lei e il figlio che si era separato. Sembravano persone normali, tranquille”. Lo sbigottimento si respira nell’aria tra le vie di Cassina. “È stato uno shock, non me l’aspettavo proprio. Io lavoro lontano” sottolinea Valeria prima di proseguire nella sua passeggiata. A Primaluna l’atmosfera non è poi così diversa. Nel bar del centro gli anziani non si espongono. Tengono gli occhi sulle carte e sui bicchieri di vino appoggiati vicino a queste. “Il padre di lui era conosciuto per lavoro. La famiglia di lui o la madre non si vedevano molto in giro. Forse qualche volta in chiesa”. Queste sono le uniche parole che emergono dal tavolo delle carte. Incredulità, stupore ma anche rispetto per una tragedia familiare dai contorni ancora tutti da chiarire.

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