«Distrutta la tomba della nostra gattina»

Avevano deciso di seppellire la loro gattina, morta a gennaio, nei pressi della chiesetta degli alpini. «Avendola trovata in paese a Ballabio - scrive Giulia Maistrello - abbiamo voluto celebrare la sua vita con una piccola e intima cerimonia alla Chiesetta degli Alpini. Avevamo trovato uno spazio piccolino che si offriva naturalmente come “altare” e qui avevamo posato dei fiori, messo una piccola croce fatta da noi con dei rametti trovati nel prato, e nei mesi tornavamo a trovarla regolarmente ogni settimana. Addirittura ci è capitato di incontrare alcune persone che si sono felicitate con noi per avere avuto quest’idea e ci hanno ringraziati per aver creato un luogo e un momento di raccoglimento in un angolo già dedicato a quello. Alcuni amici ci avevano poi regalato due piccole conifere, una da tenere a casa e l’altra da piantare vicino a lei alla Chiesetta. E non ci è sembrato di fare nulla di male, aggiungendo natura ad altra natura. Vita ad altra vita».

Poi l’amara scoperta: «All’inizio di luglio - prosegue la lettera - saliamo dopo esserci assentati per 2 settimane e troviamo la desolazione: è stato tagliato tutto, tutta l’erba, tutti i fiori del prato... E nemmeno la nostra conifera è stata risparmiata. È stata buttata via la croce (cosa che in realtà era capitata altre volte ma avevamo dato la responsabilità al brutto tempo, mai pensando che l’uomo possa essere così ignorante). Non è rimasto nulla. Siamo scioccati, amareggiati e tristi. Se nemmeno tra i frequentatori della montagna, tra chi si occupa di curare questi luoghi e che dovrebbe avere quindi una sensibilità in più perlomeno limitatamente alla Natura - conclude la lettera - esiste il rispetto per ogni forma vivente, la consapevolezza delle proprie azioni, da chi possiamo aspettarcelo?»

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