Convalidato l’arresto del rapinatore: quando lascerà l’ospedale andrà in carcere
Appena verrà dimesso dall’ospedale Manzoni di Lecco, dopo la convalescenza, per Michelangelo Barbara si apriranno le porte del carcere. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecco, Salvatore Catalano, al termine del breve interrogatorio di convalida del suo arresto.
L’uomo, classe 1976, originario di Varese e residente a Senago, nel Milanese, mercoledì mattina è rimasto ferito nel corso della sparatoria avvenuta lungo la strada statale 36 a Bellano, atto finale di un inseguimento iniziato in Valtellina, all’altezza dello svincolo del Tartano. E’ stato lui a esplodere colpi di pistola contro i carabinieri e gli agenti della Squadra Volanti della Questura di Sondrio, ed è stato poi raggiunto da due proiettili, uno l’ha colpito al torace, l’altro ad una gamba.
Inizialmente ricoverato in Rianimazione, nei giorni scorsi è stato spostato in una delle due camere del Manzoni destinate a pazienti in stato di arresto (nell’altra è ricoverato Corrado Paroli, sottoposto a fermo quale indiziato dell’omicidio della madre, Margherita Colombo, a Cassina in Valsassina), piantonato dai poliziotti. Camera nella quale venerdì mattina si è svolto l’interrogatorio di convalida dell’arresto, durante il quale si è avvalso della facoltà di non rispondere.
«Il mio assistito, seppur dolorante, era vigile - afferma l’avvocato Ivana Montani del Foro di Lecco, nominata legale d’ufficio -. Si è limitato a dichiarare i suoi dati personali e a nominare due avvocati di fiducia del Foro di Monza».
Il gip lecchese, al termine della breve udienza, ha convalidato l’arresto e ha accolto la richiesta del Pubblico ministero di custodia cautelare in carcere, che verrà eseguita dopo la convalescenza in ospedale. Insomma, appena verrà dimesso per lui si apriranno le porte del carcere, di nuovo.
Sì, perché Barbara ha un passato da vero gangster ed era da poco tornato in libertà quando ha cercato di mettere a segno una rapina a mano armata nella filiale di Crédit Agricole all’interno del centro commerciale “Iperal Le Torri” di Castione Andevenno. Per quell’episodio, avvenuto attorno alle 10 di mercoledì e da cui, in qualche modo, ha avuto origine la fuga che si è conclusa con il conflitto a fuoco allo svincolo di Bellano, al momento non risulta sia ancora stato accusato.
La convalida dell’arresto è solo per il reato di tentato omicidio, procede la Procura di Lecco. Parallelamente quella di Sondrio è a capo dell’indagine sulla tentata rapina, ma i due fascicoli potrebbero essere presto unificati. E, a quel punto, è probabile che se no occupi la Procura di Sondrio poiché tutto è iniziato in Valtellina con il tentativo di rapinare la banca ma anche con l’inseguimento, poco dopo, al Tartano. Inseguimento che, però, non è scattato a seguito dell’episodio di Castione Andevenno, ma perché gli agenti della Squadra Volanti della Questura di Sondrio hanno intercettato il furgone guidato da Barbara, con una targa clonata che era stata segnalata in relazione a recenti furti in Valtellina.
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