Casargo, rubati i pulcini all’asilo. «Tristi e arrabbiati, che insegnamento diamo ai nostri bimbi?»

Rubati i pulcini alla scuola dell’infanzia “Cavalier Bernardo Roveda” di Casargo. Erano in una gabbia nel giardinetto della scuola e qualcuno ha pensato bene di farli sparire nella notte tra sabato e domenica. Ma stavolta non è stato un animale a quattro zampe.

«Questo ci rattrista e ci fa molto arrabbiare perché, nonostante possa sembrare una cosa di poco conto, per noi e per i bambini è una cosa di importante valore affettivo, - il commento che viene dall’asilo - dietro alla quale c’è un grande lavoro ed impegno da parte di tutti. Siamo molto dispiaciuti di un gesto di così tanta bassezza. Che insegnamento stiamo dando ai nostri nostri bambini con tutta questa cattiveria? Come possiamo insegnar loro ad avere fiducia negli altri e ad essere onesti se questo è ciò che devono vedere».

È la seconda volta in pochi mesi che i piccoli alunni di Casargo vengono delusi da qualcuno che vanifica il loro impegno senza un senso, una spiegazione. Era già successo a metà del mese di dicembre: con un deplorevole gesto qualcuno a Casargo aveva danneggiato volontariamente alcune delle decorazioni dell’albero di Natale davanti alla chiesa parrocchiale di San Bernardino realizzate appunto all’asilo.

Senza parole allora, senza parole oggi davanti ad un gesto inqualificabile il sindaco Antonio Pasquini: «È veramente un gesto idiota, come quello di Natale. Non si riesce a capire chi possa essere l’autore di una tale idiozia, di un gesto senza senso».

Ieri l’asilo era chiuso per la festa patronale di San Bernardino ma oggi i piccoli dovranno scontrarsi con l’amarezza di non trovare più i pulcini ai quali tanto erano legati nel vederli crescere ogni giorno. Che senso ha compiere questi gesti che vanno ad incidere sulle emozioni dei bambini? È la stessa domanda che si erano fatti ad Introbio, qualche giorno prima dell’episodio dell’albero di Natale di Casargo: era stato strappato il fondale del presepe di piazza Cavour, danneggiando il lavoro fatto dai bambini dell’asilo Venini, provocando in loro la stessa delusione.

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