Cronaca / Valsassina
Venerdì 21 Febbraio 2020
Ballabio, pochi pazienti, il pediatra lascia
«Per me è una sconfitta personale»
Solo 570 bambini su cinque comuni, eppure le famiglie lo apprezzano e sono insorte. Pugliese: «Tante difficoltà burocratiche, ma c’è anche un problema di tipo geografico del paese»
Grande clamore e una coda di inevitabili polemiche ha provocato in paese, la decisione del pediatra Salvatore Pugliese di lasciare Ballabio dopo tre anni. A confermare la scelta, con decorrenza da metà marzo, è lo stesso professionista brianzolo, mettendo fine a una serie di voci che da giorni si rincorrevano sui social: «Ho chiesto il trasferimento perché ho un numero di pazienti esiguo, solo 570, mentre altri colleghi ne hanno 1200 o 1500. La considero una sconfitta personale perché quando nel 2017 sono giunto a Ballabio, dopo quasi 30 anni di ospedale, sono arrivato con molto entusiasmo.
«Volevo restare»
Avrei voluto terminare qui la mia carriera, far parte della comunità, perché mi piace la realtà di questi posti. Fin dall’inizio purtroppo ho però visto delle cose molto strane che si possono giustificare solo con il fatto che Ballabio è una realtà sfortunata per alcune ragioni».
Il dottor Pugliese, spiega le stranezze e le problematiche incontrate: «La prima difficoltà è geografica, dato che Ballabio non fa parte né della Valsassina vera e propria, né di Lecco». E dunque nel numero limitato di bambini assistiti, può aver inciso sia la vicinanza con il capoluogo, ma anche la concorrenza della nuova struttura poliambulatoriale di Introbio.
«A questo tema - continua il dottor Pugliese - si sono poi aggiunte delle problematiche oggettive: sui siti internet ufficiali regionali, per 13 mesi sono risultato essere solo il pediatra di Ballabio e Morterone, quando invece nel mio ambito c’erano anche i Comuni di Cremeno, Moggio, Cassina e Barzio. Quando finalmente questa questione è stata risolta, i miei stessi paesi sono stati affidati anche a un altro pediatra, verso cui non ho assolutamente nessuna recriminazione. Solo nella Pasqua del 2019, sono riuscito a sistemare le cose, ma ormai la frittata era fatta».
Una tela di Penelope
Difficoltà che per il dottor Pugliese sarebbero alla base della mancata crescita del numero di bambini assistiti: «Queste situazioni mi hanno portato in una sorta di situazione paragonabile alla tela di Penelope. Appena il numero dei miei bambini si alzava, subito interveniva qualche fattore che li portava ad abbassarsi di nuovo. Mi sono chiesto se non fosse colpa mia, magari di non essere riuscito a entrare nel cuore della gente. Però mi pare strano, perché tutte quelle 570 mamme oggi sono molto dispiaciute e arrabbiate».
Un incarico, quello al servizio delle famiglie della comunità, che il dottor Pugliese ritiene di aver svolto con la massima disponibilità: «Sono uno che fa 72 chilometri al giorno per venire a lavorare e in tre anni ho fatto 8 giorni di ferie e ho chiuso solo 2 volte per malattia. Alle 7.35 io sono già in ambulatorio. Chi altro lo fa? E infatti a Ballabio, Pasturo e Barzio ci sono genitori che sono insorti».
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