Cronaca / Valsassina
Giovedì 18 Luglio 2024
Allarme ozono, la provincia di Lecco è fra le zone più a rischio
Lo rivela un’analisi di Legambiente Lombardia
Caldo e afa, allarme ozono. Secondo i dati diffusi da Legambiente Lombardia la provincia di Lecco è fra le zone più a rischio per inquinamento da ozono, ovvero il gas responsabile dello “smog fotochimico” prodotto da reazioni chimiche innescate in atmosfera dall’intensa radiazione solare.
Le situazioni più critiche sono a ridosso della fascia prealpina, dove i livelli medi misurati nelle ore pomeridiane erano tutti abbondantemente al di sopra del valore guida di 120 microgrammi per metro cubo, con livelli di picco, superiori ai 180, tra Brianza, lecchese e Isola bergamasca. E nel lecchese i valori più alti sono stati rilevati a Moggio, alla stazione di Lecco in via Sora e a Perledo.
«Secondo i dati di Arpa, ogni anno la Lombardia ammorba la propria aria con quasi 400.000 tonnellate di gas inquinanti precursori dell’ozono, come dire 40 chili per ogni abitante - dice Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. Un dato impressionante che, anche se in via di riduzione, cala troppo lentamente, testimoniando quanta strada sia ancora da fare per restituire ai cittadini lombardi un’aria sana. Per ridurre il fenomeno si dovrebbe intervenire sull’uso di solventi, sui trasporti e nel settore agrozootecnico».
Il ruolo della luce spiega anche la peculiare caratteristica di questo inquinamento atmosferico, ovvero la sua maggiore incidenza nelle ore pomeridiane per poi calare nel corso della notte. I valori di riferimento si misurano nelle otto ore di picco della concentrazione di ozono.
L’inquinamento da ozono, per i meccanismi della sua formazione e trasporto atmosferico da parte di brezze e correnti ascensionali, spesso si sviluppa a distanza dal punto di emissione delle sostanze che lo provocano: in Lombardia, le aree più colpite sono quelle prealpine affacciate alla pianura, anche alle medie quote montane, dove i livelli di ozono elevati, oltre ad essere dannosi per la salute umana, possono anche determinare danni sulla vegetazione.
Il quadro critico pare destinato a peggiorare nei prossimi giorni, stando ai modelli previsionali basati sul meteo «e deve indurre tutti ad evitare di svolgere attività fisiche intense e all’aperto nelle ore pomeridiane, come peraltro suggerisce la stessa Arpa nella sua informativa, e ad assumere cibi vegetali, frutta e verdura in particolare, ad azione antiossidante, per contrastare i danni ai tessuti e alle mucose che questo inquinante determina», aggiungono da Legambiente.
Non è la luce del sole la vera colpevole dell’inquinamento da ozono: ciò che fa la luce solare è semplicemente attivare una serie di reazioni chimiche che coinvolgono inquinanti atmosferici molto diversi tra loro: ossidi d’azoto, metano, sostanze organiche volatili, i veri responsabili del fenomeno.
Le cause dell’inquinamento da ozono vanno quindi ricercate nelle sostanze rilasciate in atmosfera principalmente da tre settori: in Lombardia il principale è l’industria, seguita dal trasporto stradale e dall’agricoltura, anche se la situazione varia fortemente nelle diverse province.
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