Allarme cinghiali sempre più alto,
«ormai sono alle porte di Bellano»

Michele Cendali, presidente del Comprensorio della Valvarrone: «Salendo verso Vendrogno, due tornanti sopra, gli ungulati si trovano già ogni sera. Noi stiamo facendo la nostra parte ma da soli non riusciamo a risolvere il problema»

Allarme cinghiali sempre più alto. Non solo per i danni che causano ma anche per la diffusione potenziale della Psa (peste suina africana). La riduzione del numero di questi ungulati presenti nel comprensorio di caccia Alpi è un obiettivo del presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, che ha firmato da qualche giorno una nuova ordinanza per la prevenzione e il controllo dei cinghiali: «Vogliamo favorire le attività di depopolamento dei cinghiali, principali vettori della peste suina africana nei suini allevati e responsabili di ingenti danni all’agricoltura. L’ordinanza intende agevolare la lotta ai cinghiali con meno vincoli burocratici, procedurali e di gestione delle risorse economiche».

E in Valvarrone tirano un sospiro di sollievo: «Ci voleva quest’ordinanza – spiega Michele Cendali presidente del Comprensorio della Valvarrone -. Stiamo facendo grandi numeri nel nostro comprensorio, ma in realtà ai cinghiali facciamo solamente il solletico: oramai sono arrivati alle porte di Bellano. Salendo verso Vendrogno, due tornanti sopra, si trovano già ogni sera. Tutte le persone che hanno un prato, hanno anche i loro cinghiali. Ripeto, appena sopra Bellano. L’ordinanza di Fontana serve, visto che lo possiamo cacciare sempre, tutto l’anno, H24. Noi stiamo facendo la nostra parte, ma da soli non riusciamo a risolvere il problema, nonostante abbiamo abbattuto 500 cinghiali da Introbio a Colico in quest’anno. In zone impervie non riesci a penetrare anche perché se lo abbatti lo devi portare via e non riesci a farlo».

Dunque non bastano i cacciatori. La richiesta alla Polizia Provinciale è di aprire ai “selecontrollori” che sono sempre cacciatori che, però, possono avvicinarsi di più alle case, sempre in massima sicurezza: «Il 5 luglio – spiega Cendali - mi attiverò per il selecontrollo: abbiamo 134 cacciatori in provincia con le abilitazioni per effettuare il selecontrollo, ovvero l’abbattimento del cinghiale non in regime di caccia, ma anche vicino alle abitazioni, senza dover tenere conto delle distanze. D’altronde ora li abbiamo alle porte di casa. Possiamo usufruire della possibilità data dalla legge di abbattere gli animali vicini dalle abitazioni, sempre rispettando i requisiti di sicurezza. Per eradicarlo non ci sono altri modi e il problema è diventato davvero grave».

Anche in Valvarrone, comprensorio alpino Alpi Lecchesi, dunque, si potrà disporre di risorse economiche non utilizzate per le attività di controllo e gestione del cinghiale, favorendo la realizzazione di strutture adatte al conferimento e stoccaggio in loco delle carcasse. «Probabilmente ci saranno dei bandi come quello a cui ha partecipato il comune di Bellano: si tratta di fondi per la creazione di Cls, centri lavorazione per la selvaggina. Un Cls è a Introbio e uno a Casargo, ma sono di privati. Probabilmente si potrà aprire questa possibilità a comprensori o ad associazioni venatorie che abbattono i cinghiali. A Bellano abbiamo preso due anni fa un bando per un Cls che dovremo realizzare a breve: sarà a Vendrogno».

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