Scuola, prove Invalsi 2024: Lecco e Sondrio tra le migliori in Lombardia

I dirigenti scolastici: «L’onda lunga del Covid si sente ancora, ma si va verso un miglioramento e si inizia ad intravedere un ritorno a prima dell’emergenza sanitaria»

Lecco e Sondrio sono tra le province lombarde che hanno ottenuto i migliori risultati agli Invalsi, sia in italiano che in matematica. Nel lecchese sono gli studenti di quinta superiore ad essere andati meglio e nel sondriese quelli di terza media.

Leggendo i dati del territorio lecchese è però bene fare attenzione perché il 29,5% degli alunni che a giugno ha affrontato l’esame di terza media ha competenze ancora inadeguate in italiano, con errato utilizzo dei tempi verbali e delle costruzioni della frase, oltre che di apprendimento dei testi scritti. In quinta superiore invece è il 22,2% degli studenti a non avere le giuste competenze in italiano, la percentuale è in calo rispetto agli anni passati a dimostrazione di come ci sia un generale miglioramento pari al 5,5% rispetto all’anno scolastico 2020/21. In matematica il 26,8% degli allievi di terza media ha delle lacune, e il 20% in quinta superiore, con un trend in miglioramento rispetto agli anni subito dopo il Covid.

La fotografia dei test Invalsi 2023/24 sui divari negli apprendimenti degli studenti restituisce l’immagine di un’Italia spaccata in due. Con il centro nord che sta per colmare o ha colmato il solco scavato dall’emergenza sanitaria e il sud, isole comprese, che invece continua ad arrancare.

«I dati variano poi da scuola a scuola - dice Michele Bonnanno, docente del liceo Manzoni che si occupa di invalsi -, i nostri studenti sono andati bene, e comunque a livello generale si stanno recuperando gli strascichi del Covid con la didattica a distanza. Le quinte superiori che faranno la maturità a giugno del 2025 sono le ultime che hanno fatto i primi due anni di liceo tra didattica a distanza e periodi in classe e altri a casa. Prevediamo un continuo miglioramento».

Anna Panzeri, preside del Bachelet di Oggiono fa notare: «Se guardiamo i risultati dei nostri alunni sono più alti, abbiamo infatti degli ottimi riscontri, poi certo non tutti fanno gli Invalsi mettendo il massimo dell’impegni». Risultati in crescita che potrebbero essere migliori «se davvero gli studenti si applicassero, soprattutto in quinta superiore dove a volte gli Invalsi vengono farti con “leggerezza” in quanto non fanno punteggio, ma per essere ammessi all’esame di maturità l’unica richiesta è quella di partecipare - aggiunge Jessica Locatelli, presidente dell’Agesc, l’associazione dei genitori delle scuole cattoliche -. Bisognerebbe invece cambiare le regole e fare in modo che i risultati facciano media, allora emergerebbe la situazione reale».

Matematica «resta una materia ostica, anche più di italiano - fa notare Gianluca Mandanici fino a giugno preside al Fiocchi -, purtroppo qualche lacuna c’è ancora. Ho sempre invitato gli studenti a fare gli Invalsi al meglio, ad impegnarsi in quanto sono importanti per mostrare la reale preparazione». L’onda lunga del Covid si sente ancora «ma si va verso un miglioramento - sottolinea Raffaele Cesana, docente distaccato al Provveditorato -. ora analizzeremo i dati, ma comunque si inizia ad intravedere un ritorno a prima dell’emergenza sanitaria».

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