Cancellato. È questa la parola dominante sui tabelloni della stazione di Lecco in un piovoso lunedì di fine aprile. L’alta adesione allo sciopero del personale Trenord ha creato gravi disagi ai passeggeri, costretti a cercare una soluzione alternativa per spostarsi. Tra i più in difficoltà nello scalo lecchese i turisti stranieri, disposti ordinatamente in coda presso gli sportelli di Trenord in attesa di ricevere informazioni.
La gravità della situazione è risultata ben chiara fin dalla mattinata, quando gli altoparlanti della stazione hanno annunciato la cancellazione di due corse della linea S7 (Lecco – Molteno – Milano Porta Garibaldi), previste rispettivamente alle 07:34 e alle 08:07, di una corsa della linea S8 (Lecco – Carnate – Milano Porta Garibaldi) prevista alle 08:06.
Nessuno di questi treni, molto usati dai pendolari, era compreso nella fascia di garanzia, la quale riguardava, come al solito, le corse previste in partenza dopo le 6 e in arrivo al proprio capolinea entro le 9. Lo stesso principio vale per la sera: sono garanti i treni previsti in partenza dopo le 18 e in arrivo prima delle 21. Ciò significa che sulla linea S8, per esempio, sono garantiti quattro treni in partenza da Lecco e quattro in arrivo da Milano sia al mattino che alla sera. Un numero veramente esiguo se pensiamo alle migliaia di pendolari che utilizzano ogni giorno i treni lungo le direttrici lecchesi. Pendolari che riversano la loro rabbia e il loro disappunto sui social network come accade da tempo in giornate simili.
Durante la giornata, secondo gli avvisi pubblicati sul sito di Trenord, le corse che sono riuscite a salvarsi fuori dalle fasce di garanzia sono poche: quattro sulla S7, sei sulla S8 e undici sulla Tirano - Sondrio – Lecco – Milano. La mobilitazione, indetta da Orsa Ferrovie e Uil Trasporti, si è protratta fino alle 2 di questa mattina e si è svolta in contemporanea ad altri scioperi in Veneto e in Piemonte. Solo dieci giorni fa, peraltro, il trasporto pubblico locale lombardo, dipendenti di Trenord compresi, era stato coinvolto nello sciopero di quattro ore indetto da Cgil e Uil con l’obiettivo di aumentare l’attenzione sulle questioni legate alla salute e alla sicurezza sul lavoro.
Tra mobilitazioni, ritardi e cancellazioni, ormai per migliaia di pendolari prendere il treno è più o meno come partecipare alla lotteria. In attesa degli investimenti promessi da RFI per lo scalo lecchese, pari a circa 7.5 milioni di euro da qui al 2025, il rapporto di Pendolaria 2024 di Legambiente, pubblicato un paio di mesi fa, fornisce alcuni dati interessanti sulla situazione del trasporto ferroviario lombardo. Nel 2022, le 2173 corse giornaliere di Trenord hanno trasportato più di 700mila passeggeri, dato ancora distante dagli oltre 800mila del 2019. A fronte di un così elevato numero di passeggeri, la rete ferroviaria lombarda è per il 50,6% a binario unico. Tra le tratte attenzionate ce ne sono due lecchesi, la Lecco – Molteno – Milano Porta Garibaldi, tutt’ora in attesa di elettrificazione, e la Lecco – Como. Secondo Legambiente, da qui al 2030 entrambe le tratte dovrebbero essere potenziate fino ad arrivare ad avere una corsa ogni trenta minuti. Forse, per i pendolari sarebbe sufficiente poter godere di un trasporto ferroviario degno di una regione come la Lombardia.
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