Cronaca / Oggiono e Brianza
Martedì 01 Agosto 2017
Rogeno, «Ad Asia negano tutto
Anche fisioterapia e seggiolone»
La denuncia dei genitori che si sentono sempre più soli
Il papà: «Tanta umanità tra i medici, poi la burocrazia cancella gli aiuti»
La piccola Asia Immi, 5 anni – affetta da idrocefalo post emorragico infettivo – non «fa fisioterapia da circa un anno»: vive «tra letto e passeggino, sul quale dovrebbe anche mangiare, secondo il medico che gliel’ha prescritto»; i genitori, Nadia e Stefano, hanno appena incassato – dopo un no per un seggiolone - anche «l’ultima mazzata»: dopo avere traslocato nel Lecchese – dal Lazio, dove abitavano, per ottenere l’assistenza della “Nostra famiglia” di Bosisio Parini (alla quale erano stati proposti dall’ ospedale pediatrico “Meyer” di Firenze) sono stati indirizzati ad altre strutture «perché il caso di Asia viene ritenuto troppo grave», fino all’ultima «possibilità prospettata da “Villa Santa Maria” di Tavernerio, di ricoverare Asia per sei mesi.
«Sono stati professionali, ma – dice il papà – non ce la sentiamo: Asia non è un pacco; non ci siamo mai staccati da lei: sarebbe un incubo per qualsiasi bimbo stare sei mesi via da casa, incontrando la mamma un’ora al giorno o il sabato e la domenica, ma per lei molto peggio perché percepisce il contatto fisico, la voce, ma non dà senso alle parole. Non capirebbe. Non abbiamo lasciato mai Asia neanche in ospedale. Quindi, resterà qui a casa, in queste condizioni. Per fortuna, durante l’ultima crisi epilettica abbiamo trovato molta umanità in Pediatria a Lecco, dove forse potremo appoggiarci per qualche visita; a oggi, Asia è senza fisioterapia da mesi, rari sono anche i controlli al drenaggio che le parte dalla testa; non fa neanche la logopedia: qua non c’è posto e là, dicono, è in attesa. A questa età, la bambina sta perdendo tempo preziosissimo. Ci sentiamo molto soli».
L’ufficio stampa di Ats ed Asst – subentrate ad Asl – hanno aperto per Asia un canale di ascolto: «Non ci risulta che i due codici siano sovrapponibili: l’Asl non fa pagare nulla: il computer legge i codici della prescrizione che, o passa, o si blocca. Il medico ha facoltà di richiedere gli ausili ritenuti più idonei al caso, purché diversi: seggiolone e passeggino lo sono».
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