Cronaca / Oggiono e Brianza
Martedì 29 Novembre 2016
Report sul ponte di Annone
Uno scambio di accuse
La trasmissione tv è tornata sul disastro in 36 - Anas: «Il ponte non faceva parte del nostro patrimonio» - La Provincia di Lecco: «Aspettavamo le loro direttive»
«Mi domando pure io perché il ponte di Annone, il 28 ottobre, non è stato chiuso»: lo ha detto ieri sera, ai microfoni della popolare trasmissione “Report”, il direttore di Anas, Gianni Armani, peraltro chiarendo: «La manutenzione era certamente in capo ad Anas, come già era stata infatti effettuata nel passato; su questo non c’è dubbio».
La stessa tesi ha ribadito a Rai3 il presidente della Provincia di Lecco, Flavio Polano: «Il ponte è di Anas; dai suoi tecnici, il 28 ottobre, noi ci aspettavamo venisse detto in che condizioni era e che cosa si dovesse fare».
Nelle case degli italiani è dunque entrato lo stesso teatrino già andato tragicamente in scena la sera stessa del crollo; anzi, il capo compartimento Anas di Milano, Giuseppe Ferrara, ha rincarato: «Il ponte non è stato realizzato da Anas, né c’è prova che sia mai passato alla nostra gestione, né al patrimonio di Anas. Certamente noi non sapevamo che su quel cavalcavia passassero trasporti eccezionali. Il ponte di Annone – ha dichiarato – non è venuto giù per questioni di manutenzione: sono in corso verifiche, ma sono i trasporti eccezionali che non sarebbero dovuti passare. Da parte nostra, i controlli del caponucleo su quel tratto di strada avvengono due volte la settimana; una volta la settimana passa il capocentro».
Tuttavia, “Report” ha ricordato che «a dare l’allarme per il distacco di calcinacci, alle 13.30 del 28 ottobre, fu un passante e i funzionari di Anas impiegarono tre ore per arrivare, da Milano, sul posto: un tragitto di 40 minuti».
Per Ferrara «ci furono problemi di traffico e perché mai Anas avrebbe dovuto chiudere il tratto di 36, quando c’erano sul posto i cantonieri della Provincia, alla quale compete la strada che transitava sul ponte e l’autorizzazione ai trasporti eccezionali?».
Come ribadito da Fausto Nicoli, alla cui azienda apparteneva il camion precipitato col viadotto, «l’autorizzazione per 108 tonnellate, era stata rilasciata dalla Provincia di Bergamo», dove ha sede la ditta.
«La normativa che rende possibile questo – secondo Polano – evidenzia delle smagliature alle quali ci auguriamo metterà mano il Parlamento». Quanto a quelle dei cavalcavia italiani, invece, Michela Gabanelli ne ha rievocate numerose, da Marsala all’Umbria; per Gianni Armani, d’altronde, «Anas ha raddoppiato per le manutenzioni la media degli stanziamenti degli ultimi dieci anni»; com’è noto, Armani è da alcuni mesi alla guida dell’azienda, dopo le dimissioni del predecessore proprio per inchieste di “Report”; in precedenza «nel 2006 – ha ricordato davanti alle telecamere l’ex sindaco di Annone, Carlo Colombo – Anas riparò il nostro ponte con 100mila euro, a fronte del milione che sarebbe servito per ricostruirlo; ci disse d’accontentarci».
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